La Nostra Storia, dopo i Duecento anni!
Bicentenario
Il Decreto di costituzione della Diocesi di Piazza è del 3 luglio 1817.
Ottiene il regio assenso di Ferdinando I il 20 febbraio 1818.
Mons. Matteo Trigona, delegato, ne diede esecuzione il 27 marzo 1818.
Prospettive della Chiesa di Dio che è in Piazza Armerina.
Non può che trattarsi di punti di vita, d’ipotesi da sviluppare, e come tali li presento. Riguardano la spiritualità, la cultura, il realismo storico. S’ intersecano e camminano insieme. La spiritualità genera cultura, e ambedue diventano comprensibili nel loro essere vissuti, e cioè storia viva.
Ho presenti: “Riscoprire la Comunione vivendo la Comunità – Piano Pastorale Diocesano -2017-2020”, per “… produrre quei cambiamenti richiesti dalla conversione…”. e “Orientamenti Sinodali – La Casa sulla Roccia – Anno pastorale 2017 – 2018”, per “… lasciarsi rinnovare dalla parola del Signore”.
Una riflessione, la mia, nello “stile sinodale” auspicato, guardando indietro e in avanti.
Premesse
– Non sembra sia prassi, il fare verifiche o bilanci sui programmi antecedenti, fare cioè i conti con la storia, anche a breve termine.
– Più che progettazioni con disposizioni, si hanno, per lo più. Documenti su principi, idee, linee. Sono la fase di elaborazione teorica, d’indubbio valore (la Storia si scrive e si valuta anche con essi), ma sono tanti, incalzanti, a tutti livelli, e diventano libretti nelle nostre scansie, prima o poi superati. Non per cattiva volontà, incuria, indolenza (beh, sono aspetti della nostra umanità!), ma per la velocità dei cambiamenti e comportamenti umani, sociali, ecclesiali, culturali. Si tratterebbe d’incarnare il Vangelo nella vita degli uomini, nella storia.
Date queste premesse, qualsiasi cosa fatta nel bicentenario della Chiesa di Dio che è in Piazza Armerina vale in se stessa. Mi ha colpito che tutte le attività, ordinarie e non, hanno avuto la dicitura specifica: “Nel Bicentenario della Diocesi”, a significare che non si voleva tralasciare, e ci si appellava all’evento come spinta propulsiva. Con un passaggio augurabile: dalla cronaca alla storia, Non s’è, mi pare, avvertito un tempo di memoria, di grazia particolare. D’altra parte viviamo un seguirsi di eventi senza interruzione. Si pensi: due papi, due giubilei, anni speciali, Giornate mondiali della Gioventù, l’11 settembre, terrorismi, guerre, crisi finanziaria, immigrazione, continui viaggi apostolici, la voce del papa a rimarcare e fronteggiare le sfide della società. Un clima complesso, affrettato, tormentato.
Non manca l’intento di volere esserci negli eventi che si vivono, più o meno presenti nel tempo che c’è dato, e nel giudizio che se ne avrà.
Intenti
Avevo scritto, a suo tempo, cosa ci si poteva attendere (in parte s’è fatto) e cioè:
1. la“specificità o identità” di questa Chiesa locale, e come sia percepita,
2. l’attenzione alla santità del e nel Popolo di Dio, l’effettiva fraternità del Presbiterio.
L’identità ingloba gli altri due punti, che ne sono essenziali e qualificanti.
-L’ identità di una Chiesa locale, cioè in un “luogo” determinato, specifico e con le sue peculiaretà, suppone e crea l’appartenenza, l’ecclesia, la comunione dei soggetti, a iniziare dal Presbiterio.
Una diocesi (non il semplice territorio, ma anche) non nasce a caso, né solo per motivazioni contingenti più o meno valide, ma per un insieme di realtà e di valori cristiani presenti (vedi Bolla di Erezione). Si tratta di una realtà significativa e meritevole in e di un territorio, non di opportunità “politica”. Senza questa consapevolezza non matura l’appartenenza ecclesiale.
L’identità suppone un tessuto geografico, storico, culturale e, soprattutto, di spiritualità (rimando ancora alla Bolla di erezione, con risposta alla Petizione di 16 pagine, fatta alla Santa Sede, in Archivio Diocesano e in E. Franchino, La Diocesi di Piazza). Teologi avveduti scrivono che non si possono accorpare delle diocesi, ignorandone la storia, spesso secolare.
La domanda è perché Piazza Armerina, e quali valori esprimeva ed esprime (o può ancora esprimere) per e in un territorio? Una celebrazione, in questo senso, porta oltre che al fare, a rinverdire la Storia, promuovere – in forma diretta – la conoscenza della specificità, per la crescita della “santità” nel popolo di Dio che in Piazza Armerina. Un malato non si cura se non si conosce il suo malessere, ma anche il sano deve mettere in conto ciò che gli può capitare. Vedere la vita (la storia) nella sua unità temporale e prospettica.
Non s’è fuori tempo. Un centenario non si esaurisce nel momento celebrativo, ma può (e deve) innescare, o continuare, un processo, più o meno accelerato, di crescita.
La conoscenza si ha, evidenziando figure di laici con le tradizioni religiose del popolo; suore con e nei loro Istituti; preti e vescovi, guide ed espressione della vitalità cristiana. Sono ricerche e studi da fare nei singoli paesi della diocesi per appropriarsi di una cultura storica, che si proietta o spiega la realtà presente. Questo agevolerebbe un lavoro di sintesi a livello di diocesi. Anche questa è sinodalità.
Sul passato può essere appropriata alla esigenza caritativa del nostro tempo l’esperienza dei Preti sociali di inizio 900, fortemente presente in Diocesi con i fratelli Sturzo, uno, Mario, Vescovo per quarant’anni, l’altro, Luigi, molto presente in diocesi. (L’esito fu traumatico.)
Proposte
– Conoscere, studiare, scrivere la vita della diocesi nelle sue sfaccettature, e altro non è che sapere di chi siamo i successori, quale linfa scorre nel tessuto ecclesiale: Seminario, Congregazione degli Oblati, Azione Cattolica, ACLI, ONARMO, Confraternite (ritornate in auge), Movimenti preconciliari (Focalarini, Mondo Migliore, gruppi Mariani, aggregazioni cristiano-sociali, Comitati civici), e post conciliari: dalle Comunità di base ai Neo catecumenali al Rinnovamento dello Spirito…nuove Congregazioni religiose maschili e femminili, ma anche il lento regredire di quelle storiche.
Si ha la storia delle singole parrocchie della diocesi? Sarebbe facile che ognuno lo faccia e se ne abbia riscontro nell’Archivio diocesano.
– Calarsi nelle problematiche, quali la chiusura delle Miniere, presenti in tutti i paesi della diocesi; il sorgere e l’esaurirsi tragicamente dell’industrializzazione di Gela, Enna – Pasquasia, Valguarnera, Riesi, e gli strascichi sono attuali; la crisi dell’agricoltura; l’emigrazione, l’artigianato.
– Sarebbe più che utile conoscere i contenuti delle Relazioni delle Visite Pastorali, e quelle Ad Limina. Si conoscono quelle di Mons. Sturzo nella pubblicazione di Sergio Pagano e Castaldi, Visitae ad Apostolurm limina dei Vescovi di Piazza Armerina, in Archivio storico, (riscontrabile anche su Internet. Pagano, vescovo e Archivista in Vaticano, era di Enna).
Egualmente utile un catalogo di opere che riguardano la Diocesi.
Personalmente ho scritto degli argomenti detti in alcuni libri, ma continuo ad augurarmi che ci siano degli studi specifici, monografici, locali, di vari aspetti della Storia della Diocesi. È immaginabile la difficoltà, data la non praticità e accessibilità degli archivi, la poca attenzione alla memoria storica, come se si fosse “figli di nessuno”. In questa prospettiva la continuità dei sacerdoti nel loro paese di origine, non è per niente trascurabile.
È auspicabile (e l’ho detto da tempo), coinvolgendo i laici, che l’Istituto Mons. Mario Sturzo proponga tesi su questi argomenti (quanti studi si sarebbero potuti produrre in 40 anni!? E se sono prodotti?). Lo stesso per i nostri studenti di Teologia, o delle Fondazioni (se ne esistono in diocesi).
Il settimanale diocesano, che ha pubblicato degli articoli come cronaca, potrebbe avere una rubrica specifica, e averne uno schedario.
Sono alcuni aspetti della realtà di una Chiesa che guarda avanti nella fedeltà al Vangelo, al Magistero, che conosce le proprie ferite, e glorie, che non indietreggia, camminando con programmi concreti e discussi.
Prevengo una possibile obiezione. È da sempre che scrivo, ma la mia passione non mi ha distolto dagli impegni pastorali cittadini, parrocchiali, diocesani ed extra. Lo studio, lo scrivere ha arricchito l’azione pastorale (dandole maggiore spessore, insieme alla spiritualità).
Scritti di padre Giuliana
1- La Diocesi di Piazza Armerina, note sui 12 paesi – Edito dalla Diocesi – Sc. Tip. Città dei Ragazzi – Caltagirone, 1967.
2- Mario Sturzo Vescovo uomo di Dio, Presentato da Mons. V. Cirrincione -Tip. Di Prima – Pietraperzia, 1983.
3- Riedizione ridotta – Edito dalla Diocesi – Presentato da Mons. M. Pennisi – Lussografica CL, 2011.
4- Dalla periferia al Centro – Riesi. Presentato dal Mons. Cataldo Naro – Ed. Oreb – Riesi, 1997.
5- La Chiesa di Piazza Armerina nel Novecento, figure del Clero. Pres. da Salvatore Vacca, Docente di Storia Eccl. PA – Edito Diocesi – Lussografica – CL -2011.
6 – P. Giuliana Eventi Uomini Idee Testimonianze. Uno spaccato di Chiesa e Società Antologia, Presentato da Mons. Rino La Delfa , Preside Fac. Teologica. PA – Lussografica CL – 2011
7-Tra le pieghe della Storia – Dal Regno di Sicilia al Regno d’Italia e Repubblica. Pres. da Dott. S. Giambarresi, Prof. S. Sanfilippo, Don Giuseppe Cassaro, Preside Fac. Teol. Messina. Tip. Lussografica CL, 2018
Potrei aggiungere monografie su P. Arena, P. Parisi, P. Minasola, Don Giacomuzzi, Don Forno …
Opuscoli su Sacerdoti e Suore; discorsi e articoli di circostanza (anche su laici) in varie ricorrenze su In Comunione e Sette Giorni.
Don G iuseppe Giuliana