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Disuguaglianza in busta paga

È ancora Gender pay gap ovvero divario retributivo tra uomo e donna. A confermarlo, il rapporto Oxfam, movimento nato ad Oxford per combattere le ingiustizie e la fame nel mondo, che ha calcolato come tra i principali paesi dell’Unione Europea la retribuzione oraria media delle donne sia inferiore del 16,3% a quella degli uomini.
I dati mostrano che una donna per guadagnare quanto un uomo dovrebbe lavorare 59 giorni in più.
Inoltre l’Ufficio statistico dell’Ue ha stimato al 39,6%. il divario retributivo di genere complessivo che consiste nella differenza tra il salario annuale medio percepito da donne e uomini in Ue. Sono principalmente tre le cause dello svantaggio che grava sulle donne: retribuzione oraria inferiore, minori ore di lavoro retribuito e minor tasso di occupazione dovuto soprattutto alle interruzioni di carriera per prendersi cura di figli o familiari. In Italia il divario retributivo di genere si attesta al 5,5%.
Le competenze possedute delle donne non pesano come dovrebbero nel mondo del lavoro, come dimostra il fatto che 1 donna su 4 risulta impiegata in lavori al di sotto delle proprie qualifiche professionali o formative. Sono ancora molte, troppe, le donne che oggi vivono e combattono la povertà, le disuguaglianze e la precarietà sul posto di lavoro e nel vivere quotidiano. In particolarmente, le donne che soffrono di cattive condizioni lavorative sono oggetto di discriminazione sia nel sociale che negli atteggiamenti a loro riservati sul posto di lavoro, in modi visibili ed invisibili.
Sul tema si è espressa la Commissione Europea che raccomanda ai governi di garantire un livello minimo di reddito per offrire una vita dignitosa a tutti i lavoratori, prevenire le violazioni dei diritti del lavoro verso i lavoratori più vulnerabili, dare sostegno alla contrattazione collettiva, sostenere la crescita e l’autodeterminazione economica delle donne per un’uguaglianza di genere al lavoro.



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