Oltre 10 mila coristi a Roma da Francesco
La musica che costruisce la nostra Chiesa
Il canto e la musica nella liturgia devono costruire il noi della Chiesa. E’ un po’ questo il senso stesso del III meeting internazionale delle corali che si è tenuti in Vaticano dal 23 al 25 novembre.Un incontro con relatori di tutto il mondo che rac contano come i cori siano importanti nella liturgia che hanno indicato come la musica e il canto si debbano inserire nella celebrazione liturgica rispettando la tradizione e trovando nuove espressioni.
A guidare l’evento, organizzato dal Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, monsignor Marco Frisina. Anche la Diocesi di Piazza Armerina era presente con il Coro Polifonico “Perfetta Letizia” di Gela, della parrocchia S. Giovanni Evangelista a Macchitella.
“La musica oggi – ha detto Frisina – è più un rumore di fondo, ma la liturgia richiede un ascolto ed una esecuzione ‘adulta’. Ecco allora alcuni consigli per la musica liturgica alla scuola del Gregoriano, che non è un retaggio del passato, ma la guida certa per ogni canto liturgico. Il testo che deve essere scritturale o teologico, la forma che deve essere inserita nella viva azione liturgica, la distinzione dei ruoli, tra assemblea, coro, solisti e salmisti e la eseguibilità: non una scrittura operistica o virtuosistica fine a sé stessa ma sempre in funzione della preghiera”.
Per questo Frisina ha ricordato che” il compositore liturgico deve percepire la sua attività come una vocazione”. “La collocazione del coro stesso nello spazio celebrativo non deve far diventare il coro protagonista come fosse uno spettacolo, al contrario tutta la celebrazione è rivolta verso il centro: Gesù Cristo”, ha spiegato monsignor Guido Marini, Maestro delle celebrazioni pontificie. “La liturgia del resto è azione della Chiesa e per questo sarà sempre il canto a doversi sottomettere al testo e mai il contrario”.
Un tema molto sentito dai membri delle corali presenti nell’ Aula Paolo VI.Più di 8000 persone da ogni parte d’Italia, ma anche di molta parte del mondo, un mondo di voci e persone di ogni livello, dai musicisti raffinati ai semplici cantori delle parrocchie di ogni età che hanno a lungo applaudito quando monsignor Marini ha parlato del “noi “ della Chiesa come guida per la liturgia.
Il canto è chiamato ad essere servitore del testo liturgico, questa è stata una delle questioni centrali affrontati. Perché il compito del coro è anche quello di accompagnare oltre che guidare e di evangelizzare, di far sentire quella “meraviglia” che è la liturgia.
Compito del coro è evangelizzare, ecco perché la composizione deve anche avere una attenzione alle “schole minori” ai cori delle parrocchie, e all’intero Popolo di Dio.
“Testi con caratteristiche soggettive ed ambigue – ha detto Frisina – non sono adatti al canto liturgico in quanto sarebbero visioni personali e soggettive della fede e non oggettive ed universali”.Fondamentale allora il ruolo della fede dei coristi e dei compositori. Come ha ricordato monsignor Marini “un coro deve essere composto da uomini e donne che vivono con intensità la propria relazione di f ede con il Signore, che trovano in Lui il senso della loro vita che desiderano crescere nell’adesione al Vangelo, che pregano abitualmente e che si confessano frequentemente, che hanno un percorso di vita spirituale.”
Per questo allora la musica sacra, liturgica respira a due polmoni, come ha ricordato Frisina, da una parte musica che parla di Dio e con Dio è musica e poesia, dall’altra il servizio alla liturgia, perché è la Chiesa che prega con la musica.
E sottolinea Marco Frisina: “Tutti gli abusi che in questi decenni si sono perpetrati nei confronti della musica liturgica nascono da alcuni equivoci che hanno visto allontanare i musicisti dalla composizione liturgica semplicemente perché non vi trovavano le strutture solite del genere “sacro”. Ma non si deve guardare indietro, ma avanti perché la liturgia respira la tempo della Chiesa, non è contemporaneità, stile e forma, ma è l’ “oggi “ di Dio.
Un momento di particolare tensione emotiva si è vissuto all’ingresso del Santo Padre in Sala Nervi sabato 4 novembre in occasione dell’udienza speciale dedicata a tutti i coristi partecipanti. Ascoltare 10.000 coristi accomunati dallo spirito del servizio liturgico è stata un’emozione straordinaria.
“Abbiamo condiviso questa esperienza dopo quella di 2 anni fa con persone provenienti da diversi continenti – ha dichiarato il presidente del Coro, Giacomo Giurato che insieme al Vice Presidente Mario Turco hanno guidato la delegazione del Coro in Vaticano – parlando la stessa lingua: la MUSICA, quella musica che è la chiave per aprire tutti i cuori e che ha caratterizzato questa 3 giorni di studio e catechesi.
Il gran concerto di sabato con oltre 500 coristi sul palco, tra i quali l‘intera delegazione di oltre 35 elementi del Coro Perfetta Letiz ia e altri 10.000 che riempivano la sala Nervi in ogni ordine di posto è stata la degna conclusione di una giornata straordinaria.Domenica 25 la Santa Messa nella Basilica di S. Pietro animata da tutti i coristi e officiata da Mons. Fisichella che ha concluso il meeting.