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Riaprite quella Chiesa

La chiesa parrocchiale di san Francesco di Valguarnera è chiusa dall’ottobre scorso per un piccolo crollo che ha interessato un elemento del portale rinascimentale che sormonta l’ingresso. Intervennero allora i vigili del fuoco e l’ufficio tecnico comunale transennando l’area e disponendo i lavori di rimessa in pristino. Lavori di limitato importo economico, giusto quelli necessari a consentire il passaggio in sicurezza dall’unica porta d’accesso al tempio. Ma a quasi cinque mesi dall’accaduto nessun provvedimento è stato adottato (nell’immediato, basterebbe un impalcato parasassi), la chiesa rimane chiusa e le attività della parrocchia sono completamente azzerate. La cosa non pare suscitare particolari reazioni, né nelle autorità religiose, né in quelle civili, né nei parrocchiani da sempre molto legati alla loro chiesa e ai culti che vi si celebrano. E se per i parrocchiani c’è una qualche motivazione al disimpegno (si vocifera di forti dissapori con il parroco titolare), non sembra giustificato l’immobilismo delle altre entità, certamente consapevoli dell’importanza del «campanile» quale punto di riferimento in un quartiere già preda dello spopolamento! La parrocchia, infatti, non è solo il luogo dove si somministrano i sacramenti. È anche un presidio territoriale in cui si organizzano opere di promozione umana a largo respiro dove ogni cittadino può (potrebbe) trovare la risposta sia ai bisogni strettamente spirituali, sia a quelli propriamente di carattere sociale.  In una parola, stupisce l’attardarsi nel riaprire San Francesco. E sorprende la rassegnazione che prende tutti oramai. Quell’indifferenza che lascia scivolare dal groppone ogni problema di comune interesse. Sia che si parli d’una chiesa, di una scuola, delle «manovre» attorno al poliambulatorio o che si tratti del formarsi d’una pubblica opinione capace di stigmatizzare, nel bene o nel male, l’azione della politica locale. Viene fatto di chiedersi. La comunità ha ancora qualche capacità di reagire di fronte alle difficoltà? Oppure il paese ha i giorni contati e i suoi abitanti sono ormai paragonabili a una scorta di magazzino in liquidazione fino all’esaurimento!



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