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I seminaristi a scuola di Missione

Si è svolto a Firenze, dal 2 al 5 maggio presso il Seminario Arcivescovile il 63° Convegno Missionario Nazionale dei Seminaristi il cui tema è stato “Lo Spirito Santo protagonista dell’evangelizzazione.”

Ha preso parte a questo evento anche il nostro Seminario diocesano attraverso la presenza di due seminaristi. 
Un’edizione del tutto speciale, quella di quest’anno, non tanto per il numero, quanto per la ricorrenza: il 2019, infatti, segna il centenario della lettera apostolica Maximum Illud di Benedetto XV, considerata la magna chartadell’attività missionaria della Chiesa in epoca contemporanea.
Sono stati diversi gli interventi che si sono susseguiti nel corso del convegno, la presenza di S. Em. Il Card. Betori e del prof. Luciano Meddi è stata garanzia per una riflessione ricca per essere pronti a celebrare il mese missionario straordinario indetto da Papa Francesco e per soffermarsi ancora di più su questa realtà che continua ad essere un esigenza per ogni battezzato. Non si tratta soltanto di un impegno, perché la missione è qualcosa di connaturale; descrive la stessa relazione trinitaria che nutre la vita: e prendendo parte a questa, il missionario testimonia la bellezza del Vangelo e permette allo Spirito di compiere la vera redenzione dell’uomo, la sua divinizzazione in Cristo.
Ma il frutto del Convegno missionario nazionale dei Seminaristi è stato un ricco documento, si tratta di un testo di sintesi che raccoglie il lavoro di confronto e rielaborazione svolto dai partecipanti all’interno dei vari laboratori: in esso sono stati definiti alcuni spunti di riflessione da indirizzare all’Assemblea generale dell’episcopato italiano in programma a Roma dal 20 al 23 maggio, il cui tema principale è “Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria” in vista del Mese missionario straordinario del prossimo ottobre.
Nel documento finale, tra le altre cose i futuri sacerdoti italiani hanno proposto di poter inserire, nel cammino di formazione in Seminario, un’esperienza di missio ad gentes per dilatare il cuore e crescere a livello personale: ciò permetterebbe di vivere momenti significativi che non si limitino alla carità pastorale, ma facciano toccare con mano la presenza di Dio tra i poveri.



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