La “paralisi” al parco Floristella – Grottacalda
VALGUARNERA. «C’è un trenino turistico acquistato con fondi comunitari per portare i visitatori in giro per il Parco, ma non può essere utilizzato per via delle pessime condizioni delle strade interne; abbiamo anche dei soldi per poterle sistemare, ma come commissario non posso procedere autonomamente, spero di ottenere dall’Assessorato regionale l’autorizzazione alla spesa».
Lo racconta Salvatore Gueli, soprintendente per i Beni culturali di Enna e Caltanissetta e dal gennaio di quest’anno commissario ad acta per gli atti indifferibili e urgenti del Parco minerario Floristella-Grottacalda. Una nomina di tre mesi, prorogata sino ai primi di luglio, per evitare la paralisi amministrativa dell’ente, pagare le bollette, gli stipendi del personale e poco altro. E dopo luglio non si sa. L’ordinamento regionale è in una fase di transizione, si dovrebbe procedere con la nomina del presidente del Parco e l’insediamento del Consiglio previsto dallo statuto, ma la politica potrebbe decidere un riordino generale dei parchi minerari o la loro soppressione o chissà cos’altro. «In merito non ho sentito assolutamente nulla», dice, tagliando corto, Gueli. E riguardo l’altra grande questione di Floristella, il progetto di musealizzazione del Palazzo Pennisi (già presentato e approvato nel 2012 ma non finanziato) oggi in fase di rivisitazione a cura della Soprintendenza di Enna, aggiunge che «Abbiamo riorganizzato il progetto dal punto di vista storico-monumentale, aspetto una risposta dal direttore generale della protezione civile regionale che indicherà un tecnico per completarlo dal punto di vista impiantistico perché in soprintendenza siamo sprovvisti di questa professionalità. Quando avremo le carte a posto vedremo di riproporre il progetto in qualche canale di finanziamento». Tutto sub iudice, dunque. E in questo clima di paralizzante incertezza non fa breccia nemmeno il convegno dello scorso 1° maggio voluto fortemente da Salvatore Trapani (negli anni ’90 primo presidente dell’Ente Parco) per parlare del futuro dei parchi minerari. Mancavano i protagonisti principali quel giorno. Ovvero l’ex provincia e i sindaci dei comuni di Valguarnera, Piazza Armerina, Aidone ed Enna (presente con l’assessore Contino sino a un certo punto) che fanno parte ope legis del Parco minerario di Floristella. Tra i sindaci dei comuni minerari invitati era presente quello di Sommatino. Poi il consueto gruppo di «aficionados» della miniera e pochi altri. Altri ancora hanno mandato dei messaggi, e tra questi quello di Massimo Lo Curzio (docente universitario, componente «storico» del primo Comitato tecnico scientifico) che ha rilanciato l’idea di rendere visitabile parte del sotterraneo della miniera. Tutte cose bellissime: girare col trenino in un contesto paesaggistico pregevole, visitare il museo della civiltà mineraria nel Palazzo Pennisi e, infine, scendere in sotterraneo per capire davvero com’è fatta una miniera. Il fascino vero di un turismo culturale da sogno che probabilmente è destinato a rimanere tale!