Una riflessione sulla verginità consacrata. L'Ordo Virginum tra storia e carisma
Nel segno dell’alleanza sponsale
Lo scorso 31 maggio, nella Basilica Cattedrale di Piazza Armerina, si è svolta la liturgia di consacrazione nell’Ordo Virginum di Stefania Imola, docente di religione presso il Primo circolo “Europa” di Barrafranca ed operatrice Caritas presso la sede di Piazza Armerina. Stefania, originaria della provincia di Frosinone, si aggiunge alle quattro consacrate già presenti nella Diocesi piazzese. Proveniente da una precedente esperienza di vita religiosa, dopo alcuni anni di attento discernimento vocazionale e di formazione specifica è stata ammessa alla consacrazione dal vescovo mons. Rosario Gisana, che ne ha celebrato solennemente il rito. Ha inizio così per lei un nuovo modo di seguire e testimoniare il Signore, crocifisso e risorto perché l’uomo abbia la vita!
Quale senso della consacrazione.Le donne che ricevono la consacrazione nell’Ordo Virginum, infatti, sono chiamate ad annunciare con la parola e con la vita il Vangelo di salvezza per diventare immagine della Chiesa Sposa di Cristo, icona rivelatrice dell’intima natura del rapporto che il Signore Gesù ha voluto stabilire con la comunità di coloro che credono in Lui. Opportunamente il rito di consacrazione utilizza linguaggi e segni della celebrazione del matrimonio, mettendo così in risalto che, nella vita cristiana, matrimonio e verginità manifestano ed attualizzano, in modo diverso, l’alleanza sponsale di Dio con il suo popolo. L’analogia dell’amore sponsale ereditata dai profeti dell’antica alleanza e riproposta nel Nuovo Testamento per descrivere il rapporto di Cristo e la Chiesa, indica la vocazione dell’intera umanità alla comunione piena, definitiva con il Padre, per opera di Spirito Santo, compiuta dal Figlio nella sua vita, morte e risurrezione. La verginità consacrata si colloca perciò nell’orizzonte di una sponsalità, che non è teogamica (vale a dire di matrimonio con la divinità) ma teologale, cioè battesimale, perché riguarda l’amore sponsale di Cristo per la sua Chiesa (Ef. 5,25-26). Le vergini consacrate, rinunciando all’esperienza del matrimonio umano per essere congiunte a Cristo con un legame sponsale, sperimentano e testimoniano nella loro condizione verginale (1Cor 7,34) la fecondità di tale unione, anticipando la realtà della comunione definitiva con Dio cui tutta l’umanità è chiamata (Lc 20,34-36).
La storia. L’Ordo Virginum è fiorito nelle comunità cristiane fin dai tempi apostolici. Numerosissime furono le vergini consacrate che nei primi secoli subirono il martirio per restare fedeli al Signore, tra loro Agata di Catania, Lucia di Siracusa, Agnese e Cecilia di Roma e tante altre! Mentre inizialmente vivevano generalmente nell’ambito delle proprie famiglie, con lo sviluppo del monachesimo cenobita la Chiesa associò la consacrazione verginale alla vita comunitaria, e quindi all’osservanza di una regola comune e all’obbedienza ad una superiora, che portò nel corso dei secoli progressivamente alla scomparsa della forma originaria dell’Ordo Virginum, con il suo caratteristico radicamento nella comunità ecclesiale locale sotto la guida del vescovo diocesano.
L’impulso di rinnovamento ecclesiale che ispirò il Concilio Vaticano II, suscitò interesse anche nei confronti di questa antica forma di vita consacrata, dopo molti anni dalla sua scomparsa. In essa, in un contesto storico radicalmente mutato, in cui erano in atto processi di profondo cambiamento della condizione femminile nella Chiesa e nella società, si riscopriva una sorprendente forza di attrazione ed essa appariva capace di corrispondere non solo al desiderio di molte donne di dedicarsi totalmente al Signore e ai fratelli, ma di contribuire alla riscoperta dell’identità propria della Chiesa particolare nella comunione dell’unico Corpo di Cristo!
La riforma conciliare. Oggi, a quasi 50 anni dalla promulgazione dell’Ordo consecrationis virginum, 31 maggio 1970, la Chiesa riconosce come dono dello Spirito il rifiorire dell’Ordo Virginum in tutto il mondo e lo accoglie con gratitudine.
È strabiliante la rapidità con cui questo carisma è rifiorito e si è sviluppato nelle diverse nazioni e la molteplicità di forme in cui si esso si esprime nelle Chiese particolari! La sua specificità è caratterizzata dall’impegno a condurre una vita di fede e di radicalità evangelica, nelle condizioni ordinarie dell’esistenza. Perciò le vergini consacrate nell’Ordo Virginum non si distinguono per l’abito che portano, né per l’appartenenza alla comunità di un Istituto religioso o ad un Istituto secolare, ma sono impegnate a testimoniare la loro consacrazione e a essere richiamo profetico all’assoluto dei valori del Regno, radicate nella Chiesa particolare e quindi in un determinato contesto culturale e sociale: la consacrazione le riserva a Dio senza estraniarle dall’ambiente nel quale vivono e nel quale sono chiamate a rendere la propria testimonianza. Possono vivere da sole, in famiglia, insieme con altre consacrate o in altre situazioni favorevoli alla espressione della loro vocazione e all’attuale progetto di vita. Provvedono al proprio sostentamento con i frutti del proprio lavoro e le risorse personali. La loro dedizione alla Chiesa le rende disponibili ad assumere specifici compiti ecclesiali per l’edificazione della comunità cristiana. Inoltre la partecipazione attiva alla vita culturale e civile è considerata espressione caratteristica di questa vocazione, per contribuire a rinnovare, secondo lo spirito del Vangelo, il conteso sociale in cui le consacrate sono inserite.
Il carisma oggi.Nella esistenza delle vergini consacrate si riflette la natura della Chiesa, animata dalla carità tanto nella contemplazione quanto nell’azione; discepola e missionaria; protesa verso il compimento escatologico e allo stesso tempo partecipe delle gioie, delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini del proprio tempo, soprattutto dei più fragili e poveri. A tutti richiamano, con la propria consacrazione, che l’origine, il senso e la destinazione della storia umana si trovano nel mistero santo di Dio, nella sua bontà infinita, preveniente e misericordiosa, nell’amore di cui vuole fare partecipi tutte le creature.
In Maria, la Vergine piena di grazia, Madre di Dio e icona perfetta della Chiesa, Vergine, Sposa e Madre, le vergini consacrate riconoscono colei che si è resa totalmente disponibile al progetto di Dio. Contemplando il suo mistero e imitandone gli atteggiamenti del cuore, l’accolgono nel proprio cammino come sorella e madre.