Un progetto curato da don Salvatore Cumia insieme con
Disagio giovanile a Gela, la Pastorale Giovanile scende in campo
Al via oggi a Gela un progetto-azione di prevenzione del disagio giovanile. A promuoverlo è la Pastorale Giovanile cittadina, guidata da don Salvatore Cumia insieme con il “Le Ginestre”, il progetto clinico guidato da Nuccia Morselli. Molte ricerche compiute negli ultimi anni sul disagio adolescenziale e, nella fattispecie, sui disturbi alimentari, su atti di bullismo che sfociano in atteggiamento mafioso e sulla dipendenza dei videogiochi, denotano il disagio dei nostri ragazzi e sembra che tali fenomeni siano diventati molto frequenti, così come la loro incapacità o impossibilità di stabilire un rapporto e di comunicare con gli adulti, visti spesso, come ostacolo per la propria crescita ed autonomia.
“È dovere di tutte le agenzie educative mettere i ragazzi nelle condizioni di vivere in un ambiente in cui possano sviluppare una coscienza critica, individuale e sociale”, dice don Salvatore. “per costruire una società sana è necessario raggiungere una condizione di benessere emotivo, personale e collettivo”. Secondo il vice parroco di Sant’Antonio oggi è “importante parlare di consapevolezza e corretta informazione nella prevenzione di questi fenomeni, per scongiurare pericoli irreparabili, garantendo a tutti la possibilità di esprimersi al meglio nel contesto scolastico”.
Il progetto punta quindi a favorire processi di prevenzione e di sensibilizzazione, attuando “interventi di educazione all’affettività anche attraverso un sistema di buone pratiche comportamentali legate al rispetto delle regole”.
La Pastorale scolastica cittadina, nell’ottica della collaborazione tra diverse agenzie educative, tra cui scuole e Parrocchie, mette a disposizione delle scuole del territorio, le proprie competenze e conoscenze per prevenire e combattere le varie forme di disagio riscontrate nelle nuove generazioni, tramite testimonianze di vita vissuta e di esperti competenti.
“Così consentiremo ai ragazzi di iniziare a guardarsi dentro, ad osservare i propri sentimenti e quelli degli altri, a riflettere con i coetanei”, conclude don Salvo, “attraverso la possibilità di essere ‘accompagnati’ a risolvere disagi psicologici tramite sportelli d’ascolto presenti nella scuola o nel territorio”.