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FORMAZIONE TEOLOGICA - Ancora aperte le iscrizioni per partecipare alle lezioni a Piazza, Enna e Gela

Approfondire il servizio pastorale

C’è tuttora tempo per iscriversi allo scuola di formazione teologica per laici presso i tre centri diversificati di  Piazza Armerina (sede del Seminario Vescovile), Enna (parrocchia Sant’Anna) e Gela (parrocchia San Rocco, via Bramante, 22). Tutti i lunedì̀ dalle ore 19 alle ore 20.30. L’anno accademico 2019 -2020 è stato inaugurato giovedì scorso il 28 novembre con la celebrazione della Messa presieduta dal Vescovo e concelebrata da alcuni docenti presso la chiesa del Carmine a Piazza Armerina.
Questa realtà, in una nuova veste, cosi fortemente voluta dal vescovo mons. Gisana, vuole interpretare il desiderio di conoscenza di tanti ed è rivolta a tutti i fedeli, soprattutto ai laici coinvolti nel servizio pastorale di Parrocchie e Movimenti ecclesiali. Inoltre mira sia a rispondere al desiderio di approfondimento sia a qualificare sempre meglio il servizio pastorale.
Direi che nel riscoprire sempre più il senso di Chiesa si vuole offrire un servizio perché i laici siano sempre più consapevole e qualificati nell’assumere la corresponsabilità nell’evangelizzare dando ragione della Speranza che li abita (cf. 1 Pietro 3,15). La crisi culturale di oggi chiede alla Chiesa d’investire sulla formazione per essere sempre sale e lievito del mondo. In altri termini i battezzati tutti siamo chiamati a generare processi che illuminino la cultura attuale proponendo un umanesimo rinnovato che eviti di cadere in ogni tipo di riduzionismo, squalificando ciò che è patrimonio della fede che clarifica l’umano. E questa profezia che ci viene chiesta; pertanto è necessario cogliere, in tutta la sua ricchezza, il tesoro della cultura credente che possa attrezzare tutti per poi potere inaugurare spazi e processi sempre nuovi di dialogo con ogni uomo di buona volontà.
Solo una adeguata preparazione può liberare dal torpore riduttivo e dal semplice devozionismo, inoltre ci potrà slegare dalla paura di abitare una società multi culturale abilitandoci al dialogo più che allo scontro. La consapevolezza che siamo abitati dalla grande Verità, che è Cristo Signore, ci dara il coraggio di creare spazi di incontro più che di divisione. Ormai è tempo di svegliarci dal sonno per imboccare strade nuove così da superare la discrepanza, perché ci si differenzia con rispetto tra persone che camminano cercando lealmente di progredire come ecclesia che pur polimetrica, saprà rinnovarsi ed essere comunità che accoglie il dono della comunione.
Come afferma, infatti papa Francesco in Veritatis gaudium, n 3 ‟È giunto ora il momento […] (della) mediazione culturale e sociale del Vangelo messo in atto dal Popolo di Dio [,,,] Fortissima è l’esigenza, anzi prioritaria oggi che tutto il Popolo di Dio si prepari ad intraprendere ‟con spirito nuovo” una nuova tappa dell’evangelizzazione”.
L’idea, quest’anno, di approfondire la figura di Gesù Cristo, osservandolo da varie prospettive disciplinari nasce dalla convinzione che Lui, uomo nuovo, rivela l’uomo all’uomo. Nell’approfondire il dato rivelato di Cristo saremo in grado di comprendere oggi noi stessi, infatti solo nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo (GS 22).  In altri termini si vuole dare un contributo per ricomprendere la concezione dell’uomo e della storia, rimettendo in circolazione le indicazioni e i valori che provengono dalla Sacra Scrittura, dai padri e dal concilio; Ovviamente negli anni avvenire l’attenzione sarà data ad altri elementi fondamentali della nostra fede. Tutto si è intrapreso perché questo ci chiede oggi lo Spirito, è un’esigenza non più rinviabile sia sul piano strettamente ecclesiale che sociale. La Chiesa è chiamata ad assumere anche questo generoso impegno per contribuire a rinnovare il sociale il quale attende dalla stessa una parola che accenda una luce.
Nella notte culturale, che anni fa già San Giovanni Paolo II evidenziava, vi è sottesa una richiesta di radicale cambio di paradigma, anzi – mi permetto di dire – che da più parte emerge l’esigenza di una «coraggiosa rivoluzione culturale» e la Chiesa col suo bagaglio può offrire con altissima dignità.
Ci auspichiamo che questa proposta, come grazia che accade per tutti sia colta come dono e non venga vanificata, auguriamo sia ai docenti, che si sono messi a disposizione sia agli alunni di fare una esperienza di luce, certi che la Luce è culi, che è il Signore della storia, Gesù Cristo.  



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