AIDONE Conferenza del tenente Colombo e del vescovo Gisana sul Deterioramento globale dell'ambiente
Anche il clima è un bene comune
Ha avuto luogo lo scorso venerdì 10 gennaio , in Aidone, nella sede della Caritas cittadina, un evento molto atteso dalla comunità tutta. Invitati dall’Università del Tempo Libero di Aidone e dalla Caritas Cittadina, monsignor Rosario Gisana e il climatologo Franco Colombo, hanno intrattenuto il pubblico interessato e partecipe su un argomento di stringente attualità, una problematica non più eludibile: “il deterioramento globale dell’ambiente” denunciato dal Sommo Pontefice nella Lettera Enciclica Laudato si’ .
‘Enciclica Papale, emanata nel 2015 e caduta in un colpevole silenzio, appare in tutta la sua dimensione profetica e rivoluzionaria oggi mentre tutti i ragazzi del mondo si uniscono alla protesta di Greta Thunberg accusando gli adulti di rubare il futuro ai propri figli; mentre si consumano gli incendi più vasti e devastanti di sempre che stanno colpendo da mesi l’Australia e il Brasile; mentre anche i patti al ribasso, per la riduzione delle emissioni di CO2, faticosamente raggiunti, vengono disattesi e rinnegati anche dagli Stati sottoscrittori; mentre la temperatura della terra raggiunge ogni anno livelli mai registrati prima; mentre i governanti del mondo continuano spensieratamente a ballare sul Titanic, senza dimostrare di volersi assumere le proprie responsabilità.
Franco Colombo, tenente colonello dell’Aeronautica Militare, ha al suo attivo cinque missioni in Antartide, l’immenso archivio climatico. “I ghiacci polari costituiscono – infatti – l’archivio più dettagliato e completo della storia del clima e dell’atmosfera terrestre”.
Nel suo intervento, che ha profondamente scosso i partecipanti, ha ripercorso i risultati degli ultimi studi dimostrando, documenti alla mano, di come il processo di riscaldamento globale sia ormai al giro di boa, sul punto di diventare irreversibile senza interventi drastici presi da tutti gli stati del mondo; questo anno appena iniziato potrebbe essere ormai l’anno della svolta verso la salvezza o verso il disastro globale e i sintomi sono evidenti a tutti.
La foto sembra un bel quadro astratto, purtroppo non lo è: è una rappresentazione delle temperature massime giornaliere dal 1951 al 2015. Sul lato sinistro vengono rappresentati i giorni dell’anno. Sul lato in basso l’intervallo dei 65 anni considerati; ogni pixel rappresenta un giorno e il colore la temperatura. L’incremento costante delle temperature massime giornaliere sulla parte destra, più o meno dagli anni novanta in poi, si vede a occhio nudo!
Il Vescovo, ha evidenziato alcuni passi significativi della lettera monito del Papa, e ha puntato il dito soprattutto sulle carenze educative. Manca una seria linea educativa da parte dei genitori, ma sono soprattutto i loro comportamenti egoistici, giovanilistici e le pretese di soddisfare ambizioni e perseguire una falsa felicità, a mettere a serio rischio il processo di crescita dei più giovani. Ha richiamato all’osservanza di comportamenti corretti rispetto all’ambiente, a partire dalle azioni quotidiane e da quello che ciascuno di noi può fare nel suo piccolo per proteggere e salvare la casa comune. Ma anche a prendere coscienza che mancare a questo imperativo è da considerarsi un grave violazione, un vero e proprio peccato. Molte le parole e i concetti chiave dell’Enciclica che meriterebbero di entrare nel linguaggio e nel sentire quotidiano e divenire patrimonio di noi tutti, per non citarne che alcuni: il clima come bene comune, il relativismo pratico, l’ecologia integrale, la giustizia tra generazioni, la conversione ecologica, l’educare all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente.
Chiudo con la riflessione che il Papa fa a partire dal messaggio di Francesco di Assisi “Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea.” (Premessa 11.)