Convegno degli Esorcisti di Sicilia
Un testo “contro gli esorcismi fai da te”, che è “di riferimento ben preciso a chi esercita il ministero, come anche a chi è chiamato a fare discernimento prima di indirizzare, se necessario, una persona da un esorcista”. Così fra Benigno Palilla, responsabile del Centro regionale “Giovanni Paolo II” per la formazione degli esorcisti, parla del libro che ha guidato le riflessioni e i lavori dell’annuale corso di aggiornamento (Poggio San Francesco – Monreale, 5 – 7 febbraio). Le “Linee guida per il ministero dell’esorcismo. Alla luce del rituale vigente”, redatta a cura dell’associazione internazionale esorcisti e pubblicate da Edizioni Messaggero Padova, sono state sottoposte all’analisi dottrinale della Congregazione per il clero e, tramite essa, della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e della Congregazione per la dottrina della fede. E hanno l’imprimatur del vicariato di Roma.
“Non si tratta di una summa di tutto il sapere relativo al nostro ministero di esorcisti: i singoli punti trattati non si pretende che siano esposti esauriente, ma, si spera, solo sufficiente”. Intanto “sono uno strumento idoneo affinché i sacerdoti esorcisti, nell’esercizio del loro munus, evitino prassi o metodi non corrispondenti alle norme con le quali la Chiesa regola il ministero dell’esorcista dato. L’esorcista – dice fra Benigno – non può procedere a proprio arbitrio, dal momento che opera nel quadro di non nessuno ufficiale che lo rende in qualche modo rappresentante di Cristo e della Chiesa”.
Il formatore degli esorcisti di Sicilia – 38 quelli che dalle 18 diocesi dell’Isola hanno preso parte al corso di formazione quest’anno – si sofferma a lungo sulla necessità di “peculiare ed espressa licenza del vescovo” necessaria a chi svolge il ministero degli esorcismi. “Soprattutto occorre ricordare che le Linee guida cedono di fronte ad eventuali disposizioni con le quali singoli vescovi o le conferenze episcopali intendessero regolare l’esercizio di tale ministero nell’ambito del territorio di loro competenza. Questo significa concretamente – dice il frate – che l’esorcista dovrà attenersi a quelle disposizioni qualora si differenziassero delle indicazioni delle Linee guida”.
Curiosità e paura, negazione o attrazione: sentir parlare del diavolo non lascia nessuno indifferenti. Eppure i cristiani possono essere forti di ciò che sanno e di ciò che gli è dato di fare e di essere. Nella lotta contro il maligno, per fra Benigno occorre infatti non dimenticare che “abbiamo a che fare con uno sconfitto, con uno che è stato vinto una volta per tutte. Il demonio è una creatura che certamente ha delle potenzialità, ma non può fare più di quello che il Signore gli permette e quel tanto che gli permette è sempre per il bene degli uomini. Dio – spiega – ne sa sempre ricavare del buono”.
Se “più dei casi di vessazione e di possessione, come azione del diavolo è decisamente più massiccia e pericolosa la tentazione”, ci sono delle armi che lo tengono lontano: “Se si coltiva un’amicizia vera ed autentica con il Signore – dice fra Benigno – se si vive da figli, in una comunione con Lui alimentata dalla messa domenicale, dall’Eucaristia, dalla confessione, dalla preghiera, abbiamo uno scudo che ci protegge dalle aggressioni del maligno”.