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A Piazza Armerina una storia di ripresa dei valori dell'arte contro la crisi

Quando le scarpe fanno il monaco

Quante volte ci capita di guardarci intorno e sentirci smarriti? Questo senso di smarrimento nasce, molte volte, dalla consapevolezza di aver perso la bellezza. La bellezza delle cose semplici, dei pensieri semplici. La bellezza come fulcro contemplativo dell’antichità.
Si è persa la concezione di quel mondo a misura d’uomo tanto agognato nell’epoca rinascimentale. Uno dei tanti settori colpiti da questa “crisi di bellezza” è l’economia.
Un’economia su larga scala che punta al profitto e alla funzionalità, eclissando totalmente l’individualità, la personalità della domanda, del cliente. Si lavora sui grandi numeri, omologando l’offerta e consequenzialmente il consumatore.
Il cliente non è più compartecipe alla creazione dell’opera d’arte che viene plasmata dalle mani dell’artigiano unicamente per lui. Ma è solamente fruitore di un prodotto lavorato in serie, contrariamente a quanto avveniva ed avviene nel mondo del su misura, dove è l’esclusività a fare da padrona. Da un forte senso di ripresa dei valori classici di arte e bellezza, riportati alla quotidianità, nasce in Sicilia il progetto del giovane dott. Ottavio Trigona, che in collaborazione con il sig. Pisana, calzolaio dall’esperienza cinquantennale, cerca di ridare vita all’esperienza del “fatto a mano” e “su misura”.
The craftman of shoes (calzoleria Pisana), futuro marchio del progetto, tradotto dalla lingua inglese, significa proprio “l’artigiano delle scarpe”.
Colui che dalla materia prima plasma una creazione unica per il cliente che diventa indispensabile alla riuscita della stessa.
Inoltre è un progetto a zero impatto ambientale, infatti le materie utilizzate per le scarpe sono pelli di bovini allevati per la macellazione, trattate con conce naturali.
Alla domanda “quanto tempo necessita per la creazione di un paio di scarpe?” il signor Pisana risponde “è un lavoro molto lungo, servono dalle 50 alle 70 ore, serve una buona manualità e tanta esperienza. I punti visibili e non, sulla scarpa, vengono dati uno ad uno con l’aiuto della lesina, aghi e spago. Anche la lavorazione dello spago è abbastanza complessa, è un’antica tecnica siciliana attraverso la quale lo spago di lino o canapa viene incerato con una mistura segreta che si tramanda di calzolaio in calzolaio, come la maggior parte delle tecniche di lavorazione che danno vita all’opera finale.”
 “Da dove nasce l’idea di questo progetto?” Senza esitazione il dott. Trigona esclama: “dall’idea di ridare bellezza e prestigio ad un settore ormai dimenticato, quello dell’artigianato. Con l’intenzione di rimettere al centro del processo creativo l’individuo, inteso tanto come cliente, quanto come artigiano. Un paio di scarpe o in generale un capo su misura sono un prodotto per una persona che sa quello che vuole e sa bene quello che vale. Una persona che vuole distinguersi dalla massa senza alcun compromesso. Una persona che sa cogliere il bello, dietro la fatica ed il sacrificio delle opere manuali. Quando si può dire che è proprio l’abito (o le scarpe) che fanno il monaco.”
“Tornate all’antico e sarà un progresso.” Avrebbe così acclamato il grande Giuseppe Verdi, questa difficile ma nobile impresa, forgiata dalla passione.



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