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Mons. Gisana: Partecipare alle sofferenze di Gesù per incontrare l'altro alla maniera del Maestro

La consolazione è un atto discepolare

“Chi vuole incontrare Dio faccia a faccia non ha altro modo che quello di porre la sua attenzione sui piccoli del Regno, interlocutori privilegiati del mistero di Dio, che aiutano a comprenderlo, ad amarlo, a sentire i suoi benefici e a sperarlo in quella energia messianica che sta salvando il mondo”. Lo ha detto mons. Rosario Gisana, vescovo della Diocesi di Piazza Armerina intervenendo al convegno diocesano della Pastorale della Salute dal tema “Venite a me voi tutti che siete stanchi ed oppressi ed io vi darò ristoro”.Il vescovo piazzese ha parlato di consolazione come “atto discepolare, in continuità con quanto compie Gesù nelle sue relazioni con gli altri”. “La consolazione – ha detto – è scoperta della natura di Dio, del suo modo d’amare, ma soprattutto del suo modo di essere. Partecipare alle sofferenze di Gesù è un atto di apprendimento su quello che vuol dire incontrare l’altro alla maniera del maestro: consolarlo, accompagnarlo, sostenerlo sulla scia della commozione viscerale del messia”. In un passaggio della sua relazione su “Consolazione e discepolato” Gisana ha inoltre affermato che “il mandato discepolare, che è dono di consolazione, si caratterizza per la sua equivalenza con l’atto consolatorio di Dio: consoliamo nella stessa maniera con cui siamo stati consolati da Dio. Ciò significa che colui che è consolato deve anzitutto essere consapevole del modo come Dio l’abbia consolato, del singolare intervento che ha reso la sua vita beneficata dalla grazia”. La relazione integrale di mons. Gisana è disponibile su dicoesipiazza.it. Chiunque volesse consultarla, potrà farlo accedendo al portale internet.



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