Tutti i Santi o festa della Santità di Dio, dispiegata nei suoi discepoli
La santità? Il volto più bello della Chiesa
La santità è l’obiettivo di ogni vita cristiana. La meta di tutti i battezzati è appunto il raggiungimento della santità o meglio il lasciarsi contagiare dalla Santità di Dio – Amore per giungere alla meta. Egli infatti per donarci, a piene mani sé stesso, ci ha dato lo stesso suo Figlio, Gesù Cristo, il Santo fra noi.
Purtroppo, però, nella nostra cultura moderna, la parola santità, non ‟gode di grande credito, avendo acquisito un significato talvolta ambiguo o perfino negativo, come si trattasse di un sinonimo di mancanza di umanità, di comportamenti strani o addirittura aberranti. Questo, da una parte, è dovuto a una certa agiografia del passato, bene intenzionata ma scorretta, che trasformava i Santi in eroi irraggiungibili, in esseri eletti e unici, e talvolta in promotori di comportamenti o di criteri piuttosto discutibili e con questo, in pratica, li estraniava dalla normale esperienza umana. Dall’ altra parte poi è dovuto a una certa visione secolarizzata che, volendo eliminare dalla vita umana la dimensione religiosa, esagera e mette in ridicolo i lineamenti più scioccanti dei santi, facendone una caricatura. Ma quel che è certo, è che la gente continua a raccogliersi intorno ai santi. Basta vedere l’enorme risposta popolare attorno a figure come padre Pio o madre Teresa di Calcutta.
Questo avviene perché queste persone, avendo aperto sé stesse all’azione di Dio, sono luminose e sono luminose di quella Luce Cristica dalla quale si sono lasciate invadere. In verità i santi attirano non perché sono eroi ma perché irradiano il profumo e la luce del divino. E quando lo captano, uomini e donne ne sono attratti.
Anche nei nostri tempi i santi continuano ad essere fuochi luminosi nell’oscurità, e la gente vi accorre in massa, come nuvole di falene intorno a un lampione in una notte di primavera. Si danno modelli molto diversi di santità. Chi si e lasciato raggiungere dall’amore lasciandosi santificare nella solitudine contemplativa degli eremi o nella clausura e chi in mezzo a una intensa attività apostolica: chi si è lasciato contagiare dalla luce della santità di Dio vivendo come offerta di sé, fino alle estreme conseguenze, con il martirio e chi invece si è lasciato afferrare dalla luce gradualmente in una vita molto ordinaria, in un lavoro oscuro e nascosto; chi invece ha permesso alla Luce di permeare se stesso sino a lasciare fiorire un giardino mirabile di opere: di misericordia e chi in una importante attività. intellettuale. È logica questa varietà. Nei santi, infatti, si esprime in pienezza quella dimensione di vita della Chiesa che von Balthasar chiama ‟santità-soggettiva”. In essi si attua un’accoglienza della Luce che accende o meglio attiva il carisma personale ricevuto da Dio, al quale risponde in misura progressiva, ciascuno secondo la propria vocazione, cosicché il dono dello Spirito fruttifica a beneficio di tutti. In realtà essi sono una parola del vangelo incarnata nel proprio vissuto. La diversità di situazioni personali accanto alla diversità dei doni carismatici spiega la varietà dei santi.
Non solo. Dato il carattere storico – cioè provvidenziale – dei doni carismatici che vogliono dare una risposta molto aderente ai problemi concreti o alle determinate situazioni storiche della Chiesa o dell’umanità, si può affermare che anche i diversi modelli di santità sono vincolati alle varie epoche e alle caratteristiche più significative di ogni tappa culturale. Sarebbe interessante evidenziare il parallelismo tra determinate correnti culturali e lo sviluppo dei diversi modelli di spiritualità e di santità: per esterno, tra il razionalismo e lo psicologismo religioso della ‟devozione moderna”, o tra il nascere della civiltà urbana e la spiritualità dci mendicanti, o tra l’affermarsi della critica atea o del nichilismo e la spiritualità di Charles de Foucauld o di Teresa di Lisieux.
La domanda che emerge con sempre maggiore insistenza è: quale tipo di santità si richiede oggi? Date le peculiari condizioni della cultura secolarizzata dell’Occidente, o meglio del buio che la notte culturale ci sta facendo vivere, si cercano modelli di identificazione connessi alle coordinate culturali, nelle quali gli uomini e le donne del nostro tempo si trovano a svolgere la loro vita. Proprio per questo Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, ‟Gaudete et exsultate”, afferma che: ‟La santità è il volto più bello della Chiesa”. Ma anche fuori della Chiesa Cattolica e in ambiti molto differenti, lo Spirito suscita segni della sua presenza, che aiutano gli stessi discepoli di Cristo. In altri termini si tratta di lasciarsi coinvolgere da Gesù Cristo a vivere l’ordinarietà della vita stando alla sua presenza infatti – sostiene il Papa – non è necessario copiare stili di vita che possono sembrare irraggiungibili. ‟Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui e non che si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui. Tutti siamo chiamati ad essere testimoni, però esistono molte forme esistenziali di testimonianza”.
Un santo – pertanto – va guardato nella sua totalità e interezza e non conviene fermarsi sui particolari, ciò che è necessario contemplare è l’insieme della sua vita, il suo intero cammino e ciò che in quella figura riflette e rimanda a Gesù Cristo.