NOTA PASTORALE DEL VESCOVO Disposizioni per regolare la vita delle comunità parrocchiali
Verso un decreto per i Sacramenti
Lo scorso 8 marzo il vescovo mons. Rosario Gisana ha presentato la Nota Pastorale “La celebrazione dei Sacramenti”. Il documento che contiene delle disposizioni, giunge a conclusione del ‘confronto sinodale’ che ha visto i consigli presbiterale e pastorale discutere sulla questione della celebrazione dei Sacramenti. La Nota è stata presentata nel corso del Consiglio Sinodale, che si è tenuto nella chiesa di sant’Antonio a Piazza Armerina, da don Rosario con l’intento di “suggerire, nella forma delle disposizioni, un modo concreto per regolare la vita pastorale delle comunità parrocchiali e come espressione di uno stile di Chiesa, secondo cui quello che conta è camminare assieme e condividere il sentire ecclesiale”.
Alla fine della presentazione sono stati raccolti i diversi interventi da parte di laici e presbiteri. Il tutto, nota e suggerimenti, convergeranno prossimamente in un Decreto del Vescovo.
La Nota Pastorale (il testo completo su www.diocesipiazza.it) è composta da tre punti e da una conclusione.
1. L’uso della rettoria nel territorio di una parrocchia. Prendendo le mosse dal canone 1219 del Codice di Diritto Canonico, «Nella chiesa legittimamente dedicata o benedetta si possono compiere tutti gli atti del culto divino salvi i diritti parrocchiali», viene messo in evidenza il ruolo che ha una rettoria nel territorio di una parrocchia o di un vicariato. “La sua presenza è funzionale alle attività liturgiche e formative del piano pastorale della parrocchia cui essa afferisce”. Quindi viene sottolineato che la celebrazione dell’Eucaristia domenicale, dovrà svolgersi sempre nella parrocchia di riferimento. Per questo il Vescovo sottolinea la necessità di educare “le nostre comunità al senso sacramentale di quest’incontro settimanale”.
2. La celebrazione dei Sacramenti (battesimo, matrimonio, funerale, ordinazione).È necessario tenere conto di alcune disposizioni e per questo vengono richiamati sia il Codice di Diritto Canonico che le indicazioni esplicitate negli Orientamenti Sinodali “La casa sulla roccia”. Per il Battesimo “si amministri laddove la comunità svolge la sua attività liturgico-pastorale”, cioè dove si trova il fonte battesimale, ovvero nella chiesa parrocchiale. Secondo le indicazioni del canone can. 858 § 2 è possibile amministrare il sacramento in una chiesa rettoriale, previa disposizione dell’Ordinario del luogo.
Per il matrimonio, secondo quanto esplicitato negli Orientamenti Sinodali «si auspica infatti che le nozze vengano celebrate presso la parrocchia dello sposo o della sposa, mentre sono assolutamente vietati luoghi non previsti (agriturismo, hotel, castelli, abitazioni private). È possibile che la celebrazione si svolga in qualche chiesa rettoriale con approvazione del Vescovo».
Per la celebrazione delle esequie, la nota insiste sulla necessità di educare i fedeli al senso della comunità parrocchiale, giacché il suffragio non è una congiuntura di tipo familiare, e di formare le persone al significato della preghiera d’intercessione che è sempre espressione di una comunità che condivide il dolore dei fratelli e delle sorelle.
Rimane però fermo quanto stabilisce il canone 1177 § 2, che permette che le esequie possano essere celebrate in una chiesa rettoriale, la cui individuazione, per ragioni strettamente pastorali, è previamente concordata con l’Ordinario del luogo.
Per i trigesimi viene detto che non è possibile, pur rispettando l’intenzione del defunto, moltiplicare messe. “È opportuno tuttavia che si cominci, laddove la necessità lo impone, ad educare i fedeli laici al senso dell’Eucaristia, come momento ecclesiale che forma al senso della comunità”.
L’ordinazione sacerdotale, in accordo con i superiori del Seminario Vescovile, è celebrata esclusivamente nella chiesa parrocchiale, sia per rimarcare le motivazioni primigenie che sottostanno alla chiamata del candidato sia per sostenere le indicazioni della Pastorale Vocazionale, in collaborazione con la Pastorale Giovanile, nella ricerca vocazionale dei giovani.
La Nota demanda ai parroci, che hanno nel proprio territorio parrocchiale una o più chiese rettoriali attive, e dei rettori autonomi di chiese rettoriali, di discernere caso per caso, presentando all’Ordinario del luogo elementi validi l’individuazione della rettoria che affiancherà la parrocchia, nelle variegate attività pastorali.
3. Per le offerte per la celebrazione dei sacramenti la Nota richiama l’Istruzione della Congregazione per il Clero, “La conversione pastorale della comunità parrocchiale a servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa del 20 luglio 2020”, al n. 118 che afferma: «Un tema connesso alla vita delle parrocchie e alla loro missione evangelizzatrice è quello dell’offerta data per la celebrazione della Messa, destinata al sacerdote celebrante, e degli altri sacramenti, che spetta invece alla parrocchia. Si tratta di un’offerta che, per sua natura, deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un “prezzo da pagare” o una “tassa da esigere”, come se si trattasse di una sorta di “imposta sui sacramenti”.
L’offerta “deve essere «un atto libero da parte dell’offerente», espressione di una proposta educativa che i fedeli laici devono saper cogliere nel modo con cui il parroco gestisce il denaro in relazione al sacramento celebrato”.
Nella conclusione si sottolinea come la presentazione di queste disposizioni vuole “essere espressione di uno stile di Chiesa, secondo cui quello che conta è camminare assieme e condividere il sentire ecclesiale”. “Non si tratta di cambiamenti fine a sé stessi, bensì forme di vita cristiana sottoposte alla guida dello Spirito del Signore”.
Il prossimo 12 aprile il Consiglio Sinodale tornerà a riunirsi per discutere sulla Nota Pastorale del Vescovo “Una prassi di vita cristiana” (pubblicata su www.diocesipiazza.it)