Non si può vivere la vita
Il Signore sta preparando una nuova primavera vocazionale
A motivo delle restrizioni dovute alla pandemia, per la prima volta – dopo quasi mezzo secolo – la comunità del Seminario non sarà presente nei vari comuni della nostra Chiesa locale con la tradizionale modalità della Pro Seminario che ci ha visto presenti in tutte le 75 parrocchie della nostra chiesa locale. Lo scorso anno ci siamo riusciti in parte – sino al mese di febbraio – ma quest’anno non è stato proprio possibile. Ed ecco che abbiamo pensato di vivere la “Giornata Diocesana del Seminario” il 25 aprile 2021, IV domenica di Pasqua detta del Buon Pastore, tradizionalmente dedicata alla Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. I seminaristi che compongono la nostra comunità sono dieci e provengono dalle comunità parrocchiali di Butera, Enna, Gela, Piazza Armerina e Valguarnera. I loro nomi sono: Salvatore Crapanzano, Gianfranco Pagano, Enrico Lentini, Francesco Spinello, Mattia Ballato, Daniel Marino, Sergio Morselli, Eduardo Guarnieri, Alessio Tirrito e Marco Sbirziola. Molte le comunità che non esprimono nessuna vocazione di speciale consacrazione sia maschile che femminile. È un dato sul quale dovremmo riflettere e che chiede una serena e profetica lettura sapienziale: perché sono pochi i giovani che sentono nel cuore il desiderio di donare la vita al Signore? Sono poche le risposte o sono realmente poche le chiamate quasi che il Signore ritiri da noi il suo braccio? Sicuramente tale penuria riguarda anche la scelta della vita matrimoniale e altre condizioni di vita che chiedono “il per sempre”, eppure non si può vivere la vita a contratto! La domanda è ampia e non possiamo affrontarla in queste poche righe, ma vi invito a riflettervi a partire dalla lettura della storia incerta e fluida che stiamo vivendo, fatta da frammenti di verità e da vite che anelano ad una pienezza ma che si ritrovano soffocate dalla grettezza della mediocrità. La pandemia ci sta permettendo di vivere questo anno formativo quasi esclusivamente in Seminario: si va a casa una volta al mese e anche le lezioni sono seguite on line. Abbiamo allestito anche una lavanderia e una piccola palestra. Questa condizione è provvidenziale poiché ci sta permettendo di lavorare sulla fraternità a partire dalle relazioni che si vivono in Seminario, al di là di ogni idealizzazione. I seminaristi, condividendo la vita quotidiana tra di loro e nel rapporto con me e con il direttore spirituale don Salvo Rindone, hanno la possibilità – e noi insieme a loro – di toccare con mano la grande sfida che il mondo si attende dai discepoli del Signore: essere trasparenza dell’Amore incarnato. Tale amore chiede continua incarnazione e deve essere declinato sempre al presente in un lavoro diuturno di decentramento e di ricentramento in Cristo, norma di ogni vera vita donata. Il programma interno del Seminario è rimasto invariato ed è contrassegnato dalla celebrazione Eucaristica quotidiana, dalla celebrazione comunitaria della liturgia delle Ore, dall’Adorazione (in alcuni momenti dell’anno liturgico anche quella notturna), dalla proposta di Lectio Divina con relativa ricaduta comunitaria della Collatio (condivisione) e da incontri formativi, laboratori letterari e culturali, cineforum e letture di libri. La formazione umana con l’equipe degli psicologi continua via Cam! Nei giorni precedenti al Natale e alla Pasqua ci siamo trasferiti nella sede storica di Piazza Armerina, condividendo con il Vescovo diversi momenti formativi comunitari e personali, oltre alle varie celebrazioni liturgiche. Siamo certi che il Signore sta preparando una nuova primavera vocazionale; tali germi già si intravedono e salutano l’arrivo di un tempo nuovo.