Rilievi e ricognizioni archeologiche per valorizzare Rossomanno
VALGUARNERA. «È il monte dagli orizzonti spaziosi, dall’aria purissima, ma ancora il monte pieno di antiche memorie; e se oggi vi regna il silenzio, nei secoli scorsi vi fu vita e vita intensa». Scrive così il Magno nelle sue memorie storiche (1928) a proposito del sistema collinare di Rossomanno, dove si conservano importanti testimonianze riferibili ad un centro urbano indigeno e greco, divenuto poi insediamento fortificato in età medievale.
A cominciare dal prossimo 4 settembre l’importante sito archeologico sarà oggetto di un programma di rilievi e ricognizioni attivati dalla Soprintendenza per i beni culturali di Enna grazie a una convenzione di ricerca triennale stipulata con l’Università Telematica Internazionale Uninettuno e varie altre istituzioni.
Il gruppo di ricercatori che condurrà lo studio è formato da Luca Girella, associato di Civiltà Egee e vicepreside della Facoltà Beni culturali di Uninettuno, Emanuele Brienza, professore associato di Metodologia della ricerca archeologica nella stessa Facoltà, dall’archeologa Eleonora Draià e dal dottorando Marco Anzalone. Brienza e Draià sono già autori di pubblicazioni scientifiche su Rossomanno. Prevista la presenza di due gruppi di studenti che soggiorneranno in zona.
«L’obiettivo della ricerca – scrive Brienza in un comunicato – è quello di stabilire le vicissitudini urbanistiche ed archeologiche del sito, identificando i caratteri di convivenza, integrazione e sviluppo delle sue diverse comunità, inquadrandone le vicende nel più vasto ambito del paesaggio storico degli Erei, tramite i metodi dell’archeologia dei paesaggi, del rilievo e dell’analisi archeologico-architettonica, utilizzando la tecnologia più avanzata (GNSS, laser scanner, fotogrammetria digitale, rilievi aerei tramite drone, lidar, e GIS)».
Attesi risultati importanti, giacché indagini preliminari hanno messo in evidenza un centro abitato di età classica, con tracce di frequentazione già dall’Età del Bronzo, un luogo di culto ed un edificio semicircolare la cui forma rimanda fortemente ad un teatro antico. E inoltre, necropoli distinte con caratteri culturali Greci ma anche fortemente indigeni, come nel caso di alcune tombe la cui pavimentazione è tappezzata da crani umani.
L’operazione, conclude il comunicato, «è volta alla valorizzazione del sito, con la messa in atto di strumenti per la divulgazione della ricerca e dei risultati archeologici», mirando inoltre al coinvolgimento delle comunità del luogo. Tra queste il Comune di Valguarnera a cui è affidata la logistica e che renderà disponibile l’Antiquarium cittadino per il deposito e la pulizia dei reperti.
Collaborerà anche il Dipartimento ennese dell’Assessorato regionale per l’Agricoltura che renderà agibili le aree oggetto d’indagine.