Nascono i “comitati” di ospitalità sul Cammino di Giacomo in Sicilia
Nella giornata di mercoledì giovedì 18 ottobre, si è svolto un importante incontro presso il Museo del Tombolo di Mirabella Imbaccari tra il sindaco di Mirabella Imbaccari e Coordinatore dei Sindaci del Cammino di San Giacomo Giovanni Ferro, con i Sindaci del Cammino, il responsabile dei Cammini UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) di Sicilia Roberto Patanè, il priore della Confraternita di San Jacopo di Sicilia Massimo Porta e il coordinatore del Cammino di San Giacomo in Sicilia Totò Trumino per sottoscrivere un importate protocollo d’Intesa al fine di migliorare le accoglienze dei pellegrini lungo il Cammino di San Giacomo in Sicilia.
“I nostri pellegrini, – ha dichiarato Totò Trumino, – da domani potranno timbrare le loro credenziali presso le locali “Pro Loco” dei Comuni attraversati dal Cammino di San Giacomo in Sicilia. Questo importante traguardo raggiunto, – continua Trumino, – darà sicuramente un contributo notevole alla crescita del Cammino di San Giacomo“.
Nella cornice offerta dal Cammino di San Giacomo in Sicilia, inaugurato nel 2021 e percorso da più di 3500 pellegrini, il nostro interesse si sofferma sulla creazione dei “Comitati di Ospitalità” locale in quanto espressione della sinergia e della convergenza di intenti che si dovrebbe stabilire tra l’Associazione “Amici del Cammino Borgo San Giacomo”, promotrice del cammino con il suo ideatore Totò Trumino, le amministrazioni comunali, le pro loco e le comunità locali, animate dal desiderio di partecipare e di esercitare un nuovo protagonismo non solo nella promozione turistica del territorio, ma più sostanzialmente, nella costruzione di una diversa opzione di sviluppo che tenga insieme virtuosamente patrimonio artistico e paesaggistico, tradizione culturale, finalità produttive e appartenenza territoriale.
Il Cammino di San Giacomo in Sicilia è il cammino religioso (inserito tra i Cammini religiosi Italiani dal Ministero del Turismo) che unisce Caltagirone a Capizzi. Consta di 130 chilometri per 6 tappe complessive, attraversando dieci Comuni di tre provincie siciliane, Catania, Enna e Messina, collocati nella parte più interna dell’isola. Comuni molti dei quali spesso sconosciuti agli stessi siciliani: Caltagirone, San Michele di Ganzaria, Mirabella Imbaccari, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera, Assoro, Nissoria, Nicosia e Capizzi.
Il Cammino San Giacomo in Sicilia nasce per iniziativa di Totò Trumino al quale si deve la fondazione, nel 2021, dell’associazione “Amici del Cammino Borgo San Giacomo”. Il suo ideatore si è fatto promotore, nel tempo, dello studio del sistema dei sentieri, delle ferrovie dismesse e delle trazzere storiche dell’isola, non limitandosi alla dimensione accademica, ma ripristinandone la percorribilità dentro un disegno consapevole, cresciuto progressivamente, di turismo lento all’insegna di una nuova ecologia del turismo “verde” e “sostenibile”, compatibile con il territorio e rispettoso delle identità locali.
I Comitati di Ospitalità del Cammino di San Giacomo in Sicilia
Ogni tappa del cammino, ogni comune attraversato, dovrebbe avere il suo “Comitato di Ospitalità”.
La loro forza dovrà essere innanzitutto nell’articolare la compagine sociale: con la partecipazione di cittadini attivi del territorio, amministratori locali, guide turistiche ed escursionistiche, ristoratori e “hospitaleros”. I Comitati includeranno un vasto repertorio di soggetti tenuto insieme dallo scopo comune di prendersi cura, salvaguardare e promuovere il proprio territorio reagendo all’inerzia e al prevalere frequente di visioni parziali e scarsamente condivise.
Attraverso il ruolo che i Comitati svolgeranno all’interno del cammino è possibile evidenziare le condizioni di un diverso modo di intendere e perseguire lo sviluppo nei territori dell’entroterra dell’isola, portatori di una rivitalizzazione economica espressa e realizzata a livello sociale. Come emerge dai molti post del gruppo Facebook, Instagram etc. dedicato al cammino, i cittadini dei Comuni coinvolti avvertono, grazie al cammino e all’incontro con i pellegrini, di “essere tornati ad esistere”. È qui, su questa dimensione relazionale, che riguarda il Comitato tanto al suo interno, in quanto rete tra diversi soggetti locali, quanto al suo esterno, in quanto ponte tra la comunità e il pellegrino, tra il cittadino e il forestiero, che si deve misurare innanzitutto l’apporto e la novità dei Comitati di Ospitalità in ordine all’affermazione di un diverso modo di concepire lo sviluppo locale nei luoghi del margine.