Padre Puglisi a 30 anni dal martirio del Beato: memoria e attualità
Per i 30 anni di Presenza del Vangelo, una giornata dedicata al beato Puglisi
Lo scorso 29 ottobre il Movimento regionale “Presenza del Vangelo” ha celebrato la giornata del Movimento presso il convento dei frati francescani minori “Santa Maria del Gesù” nella parrocchia di San Leonardo in Montesalvo, a Enna.
Al mattino, fra Domenico Gulioso, padre guardiano, ha accolto gli appartenenti del Movimento, provenienti da tutti i Cenacoli della Sicilia occidentale e orientale.
Il tema scelto quest’anno è stato “Padre Puglisi a 30 anni dal martirio del Beato: memoria e attualità”.
La presidente del Movimento, Paola Geraci, ha moderato i lavori e lei stessa ha dato testimonianza dell’evoluzione del Movimento “Presenza del Vangelo” che, inizialmente, era stato chiamato dal suo fondatore, padre Placido Rivilli, Crociata del Vangelo.
La giornata di lavoro ha avuto inizio con il bel canto scritto proprio dal suo fondatore e intitolato “Presenza del Vangelo”; dopo avere pregato e ringraziato il Signore per la bellissima giornata, la presidente ha mostrato all’assemblea le moltissime fotografie che ha conservato con cura durante questi trent’anni e, come una famiglia, che si riunisce nelle occasioni importanti, ha sfogliato l’album dei ricordi.
Si sono susseguiti moltissimi ricordi, alcuni più belli, come le nozze di alcuni amici che si sono conosciuti proprio grazie al Movimento, altri meno belli, come i tanti volti degli amici e delle amiche che si sono prodigati per il Movimento e che oggi non sono più tra noi.
Paola ha, anche, spiegato che la giornata dedicata a Padre Pino Puglisi non è, contrariamente, a quanto avviene solitamente per i Santi il giorno della morte perché Padre Pino Puglisi è stato barbaramente ucciso il 15 settembre, giorno in cui la Chiesa celebra Maria Addolorata; dunque, i liturgisti hanno scelto di celebrare Padre Pino Puglisi, il 21 ottobre, giorno del suo Santo Battesimo.
In questa bellissima occasione, sono stati presentati due libri ri-editati, quello di Lia Cerrito “Padre Nostro e mafiosità” e quello di Mario Agostino “Una Vita di Parola – Padre Puglisi e il Movimento del Vangelo: compagni di viaggio di una Chiesa in uscita.” Successivamente, il presidente del Centro di accoglienza “Padre Nostro”, Maurizio Artale, ci ha presentato padre Pino Puglisi nella quotidianità del quartiere Brancaccio; in particolare, Maurizio ha evidenziato come l’opera compiuta da p. Puglisi a Brancaccio sia paragonabile a quella di un sarto che cuce un vestito su misura.
Padre Pino Puglisi ha dovuto operare a Brancaccio, un quartiere difficile, dove la presenza dello Stato non era ammessa.
Puglisi, giunto a Brancaccio, ha provveduto ad eseguire un “censimento” dei parrocchiani e si è occupato prima ancora che delle loro anime, dei loro problemi quotidiani, come l’assenza dei servizi più elementari quali la fognatura, l’asilo nido, la scuola, un luogo di aggregazione per i bambini e per i giovani; 3P, come amavano chiamarlo, ha incarnato totalmente il Vangelo.
Maurizio ha evidenziato l’umanità e la serenità di Padre Pino Puglisi nell’affrontare i momenti di scoraggiamento. In particolare, si è soffermato sul sorriso di padre Puglisi con cui ha accolto i suoi carnefici e che, come racconta il killer Grigoli, oggi collaboratore di giustizia, continua a visitarlo ogni notte.
Il sorriso di padre Puglisi è divenuto strumento di perdono e di conversione.
Maurizio ha sottolineato che Padre Puglisi è stato martire e profeta perché ciò che lui immaginava di realizzare trent’anni fa, oggi è divenuta realtà.
Al seguito di padre Puglisi non ci sono soltanto coloro i quali lo hanno conosciuto, ma anche chi, pur non avendolo conosciuto, ha creduto in lui, nella sua opera e ha voluto portarla a termine. Oggi a Brancaccio c’è la scuola, un centro sportivo, un centro di aggregazione per gli anziani, e fra due anni sorgerà, anche, un asilo nido.
La chiave di tutto è il dialogo, come amava dire Padre Puglisi.
Un altro momento molto toccante è stata la testimonianza della dottoressa Paola Pugnetti, medico legale per la Procura della Repubblica di Palermo, di turno la sera del 15 settembre 1993. La dott.ssa Pugnetti ricorda, ancora, oggi le prime parole che ha pronunciato l’agente della volante della Polizia di Stato che era andato a prenderla per portarla all’ospedale Buccheri – La Ferla: “Hanno ucciso un prete!”
La dott.ssa Pugnetti, donna del nord, nonostante avesse già visto molti cadaveri uccisi per morte violenta, è rimasta molto turbata nel vedere il cadavere di Padre Pino Puglisi e continuava a domandarsi perché lo avessero ucciso.
Il corpo di Padre Pino Puglisi l’aveva spinta a mettersi in discussione, aveva sbagliato a farsi trasferire a Palermo? Cosa ci faceva in Sicilia?
La dottoressa si è affidata proprio a padre Pino Puglisi affinché le desse il conforto necessario per svolgere al meglio il suo lavoro. Ha, così, ritrovato il coraggio.
Al termine dell’esame autoptico, Paola Geraci, anche ginecologa del Policlinico, ha chiesto di potere ricomporre il corpo di Padre Pino Puglisi, lo ha vestito anche con gli abiti talari e da quel momento è diventato un uomo, sacrificato nel nome del Vangelo.
Nel pomeriggio, il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, ha presieduto la Santa Messa e nella Sua bellissima omelia ha esortato l’assemblea ad avere la stessa “tenerezza” che Padre Puglisi ha avuto nei confronti del suo carnefici, occorre perdonare i nostri nemici proprio come Gesù ha fatto sulla croce.
Durante la Santa Messa, Paola Geraci ha consegnato a Maurizio Artale il
pettine con cui ha pettinato Padre Puglisi affinché venga esposto nella
casa museo. A noi non resta altro che raccogliere il testimone di Padre Pino Puglisi e incarnare il Suo motto: “Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto!”