Chiamati perché amati: un’esperienza di missione
Per le strade di Valguarnera 120 missionari del Vangelo
A partire dall’affermazione dell’apostolo Paolo “Guai a me se non annuncio il Vangelo” (1Cor 9,16), sabato 4 novembre la comunità parrocchiale San Cristoforo – chiesa Madre di Valguarnera ha vissuto un momento importante che ha riguardato l’intera città. Esso consiste in una missione popolare che ha visto coinvolti circa 120 persone, giovani e famiglie del cammino Neocatecumenale della diocesi di Caltagirone, i quali sono andati per le strade,
nelle pizzerie e nei pub ad annunciare l’amore di Gesù e come questi si è lasciato incontrare nelle loro storie personali. I missionari e la comunità parrocchiale ci siamo ritrovati alle 18 in chiesa per celebrare l’Eucarestia presieduta dal nostro vescovo mons. Rosario Gisana il quale, partendo dalla parola di Dio della domenica, nell’omelia ha tracciato le caratteristiche del discepolo che per natura è missionario: egli deve essere coerente, amorevole e non annunciare sé stesso ma Gesù che è il Signore.
Subito dopo la celebrazione, i giovani della pastorale giovanile parrocchiale “3P” hanno avuto modo di confrontarsi con alcuni giovani calatini che hanno lasciato la loro testimonianza e si sono resi disponibili a rispondere alle domande dei nostri ragazzi. In seguito, abbiamo condiviso la cena che con amore i parrocchiani hanno preparato da casa per i missionari così, da poter poi cominciare l’evangelizzazione per mezzo della quale la buona notizia del Vangelo è giunta anche a coloro che non credono o si sono allontanati dalla chiesa. “Donando si riceve” diceva san Francesco d’Assisi e noi, attraverso la nostra piccola testimonianza, abbiamo ricevuto i volti e le storie di quanti abbiamo incontrato lungo la strada. Forse che sia giunto il tempo di uscire dalle nostre sacrestie? D’altronde è quanto più volte il nostro Vescovo dall’inizio dell’anno ci chiede come Chiesa locale ma, è ciò che ci chiede lo stesso Nazareno, il quale si è fatto prossimo di coloro che erano assetati di un amore che potesse ridare loro dignità, una dignità che i borghesi del tempo avevano loro rubato.