Papa Francesco ha ricevuto in udienza gli operatori della Piccola casa della Misericordia di Gela
Il Papa, “Mons. Gisana è un uomo giusto”
Nella mattinata lunedì 6 novembre presso la sala Clementina del Palazzo Apostolico ha avuto luogo l’udienza di Papa Francesco ai membri della fraternità apostolica della misericordia in occasione del 25° anniversario e del 10° anniversario della Piccola casa della misericordia di Gela. Accompagnati dal vescovo mons. Rosario Gisana e da don Pasqualino di Dio iniziatore di grandi opere, i membri della fraternità, della Piccola casa, le suore di Maria Immacolata, i membri della cooperativa “Raphael”, i volontari e le persone accolte, giovani e fedeli della parrocchia san Francesco e Sant’Agostino di Gela (circa 300 persone) hanno potuto ascoltare le parole di Francesco che li ha incoraggiati a continuare questa grande opera di carità, invitando a “coltivare e rafforzare sempre più il fondamento che fin dall’inizio ha dato solidità e forza a tutta la vostra opera: la spiritualità della Misericordia e dell’Unico Pane”.
Il Papa nel suo discorso ha rivolto un caloroso saluto a mons. Gisana: “Saluto il Vescovo di Piazza Armerina, Monsignor Rosario Gisana: bravo, questo Vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo; è un bravo Vescovo”.
Francesco ha concluso il suo discorso incoraggiando i membri della fraternità e della Piccola Casa a “continuare il vostro cammino: una santa inquietudine creativa e tanta umiltà, per essere pronti e concreti nel rispondere ai bisogni dei fratelli e, al tempo stesso, per portare tutti a un incontro personale con il volto misericordioso del Padre”.
Al termine dell’udienza Papa Francesco ha voluto salutare uno per uno tutti i partecipanti.
IL TESTO DEL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO PUBBLICATO DALLA SALA STAMPA VATICANA DEL 6 NOVEMBRE 2023
Cari fratelli e sorelle, benvenuti!
Sono contento di incontrarvi in occasione del venticinquesimo anniversario della Fraternità Apostolica della Misericordia e nel decimo della Piccola Casa della Misericordia di Gela. Saluto il Vescovo di Piazza Armerina, Monsignor Rosario Gisana: bravo, questo Vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo; è un bravo Vescovo. Saluto i presbiteri e i diaconi presenti, le Suore di Maria Immacolata, i membri della Fraternità e della cooperativa “Raphael”, i volontari e le persone accolte, giovani e fedeli. E anche il padre Pasqualino di Dio…, chi è il padre di Dio?… Ringrazia Dio di non chiamarti “del diavolo”!
Siete venuti qui come una grande famiglia, in cui ciascuno ha doni e mansioni diverse e complementari; e questa ricca varietà racconta da sé il cammino attraverso cui, in questi anni, avete sviluppato un progetto di bene articolato e concreto. Partendo da situazioni di disagio, avete cercato di abbracciare nella carità tutte le persone e tutta la persona, facendo fronte a molteplici esigenze e promuovendo varie iniziative: dalla mensa quotidiana per i poveri ai laboratori artigianali, dai servizi di recupero scolastico agli spazi di dialogo per famiglie in difficoltà. Si vede che vi siete lasciati provocare e inquietare dai bisogni dei fratelli e delle sorelle che Dio ha posto sul vostro cammino, specialmente degli ultimi e dei più bisognosi. Di fronte ad essi non siete “passati oltre”, ma vi siete fermati, facendovi prossimi e prendendovene cura (cfr Lc 10,25-37), con creatività, coraggio e generosità.
Vi incoraggio a continuare tutto questo. E al tempo stesso voglio anche invitarvi a coltivare e rafforzare sempre più il fondamento che fin dall’inizio ha dato solidità e forza a tutta la vostra opera: la spiritualità della Misericordia e dell’Unico Pane. Essa vi vuole umili discepoli del Cristo Eucaristico e rivelatori con Lui del volto del Padre (cfr Gv 14,8), proprio come ha raccomandato San Giovanni Paolo II, ai cui insegnamenti vi ispirate (cfr Lett. enc. Dives in misericordia, 1). Rivelare, nel servizio e nel dono di voi stessi, la tenerezza del volto del Padre: cari fratelli e sorelle, nelle tante occupazioni in cui ogni giorno vi spendete, non dimenticate mai che questo è il senso ultimo del vostro agire e la vostra primaria vocazione.
Fate tutto con un solo desiderio: che le persone che vi incontrano giungano a conoscere Lui. Cercate, nel fare il bene, di scomparire, con umiltà, perché in ciò che fate appaia il Signore solo e tutti arrivino a Lui. Santa Faustina Kowalska, altra ispiratrice della vostra opera, diceva che un’anima umile influisce sulla sorte del mondo intero (cfr Diario, IV quaderno, 29.IX.37), e questo perché l’umiltà rende vicini a Dio e ai fratelli, capaci di una carità delicata, discreta e silenziosa che fa nobile il dare, facile il ricevere e naturale il condividere.
Abbiate perciò sempre, verso le persone che il Signore vi affida, un tratto riservato e gentile, e uno stile di nascondimento, come quei genitori, o amici, o fratelli e sorelle la cui presenza, là dove c’è bisogno, è così spontanea e “normale” da passare quasi inosservata. Del resto Dio ci ama in questo modo: con umile magnanimità, istante per istante, donandoci tutto senza pretendere nulla in cambio!
Ecco dunque due atteggiamenti importanti con cui vi incoraggio a continuare il vostro cammino: una santa inquietudine creativa e tanta umiltà, per essere pronti e concreti nel rispondere ai bisogni dei fratelli e, al tempo stesso, per portare tutti a un incontro personale con il volto misericordioso del Padre. Continuate così! E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me.