Dare avvio a processi di vera sensibilizzazione per favorire una cultura dell’inclusione delle persone disabili
Insieme si può, per essere sempre più Chiesa
La diocesi di Piazza Armerina il 24 novembre scorso, in due sedi Enna e Gela distinti e differenti orari, ha promosso il convegno dal tema “Karisma: la persona disabile interpella la Chiesa”, fortemente voluto dal vescovo mons. Rosario Gisana; tale evento ha visto coinvolti, in sinergia diversi uffici diocesani, appunto quelli della Pastorale della Famiglia, della Salute, della Caritas e della Catechesi. Si è svolto, il primo presso, la parrocchia di S. Anna di Enna e l’altro in tarda serata presso la parrocchia San Sebastiano di Gela.
In entrambi don Giacinto Magro, direttore dell’Ufficio della Famiglia, ha introdotto i lavori sottolineando inizialmente fino a che punto oggi si può parlare d’integrazione sia sociale che ecclesiale e introducendo il tema ha proseguito con un breve excursus teologico-culturale. Intanto ha precisato il termine “karisma” con riferimento alle persone disabili o diversamente abili la quale va ovviamente considerata come dono in sé e nelle sue diverse accezioni per la società e nella comunità ecclesiale. Inoltre don Giacinto, nei due rispettivi incontri, prima di dare la parola a suor Veronica Donatello dell’Ufficio CEI per l’inclusione dei disabili, ha sollecitato i partecipanti con alcune provocatorie domande sul come le persone disabili interpellano le nostre comunità cristiane.
Suor Veronica Donatello ha argomentato, con l’ausilio di apposite slide, sull’importanza dell’attenzione e della cura da rivolgere alle persone disabili in quanto appartenenti a pieno titolo alla comunità cristiana. Suor Veronica ha più volte sottolineato che i disabili sono persone e non soltanto oggetto di cura. Spesso, infatti, si rischia di cedere a forme di pietismo verso di loro e a posture relazioni infantili che non tengono conto del fatto che i disabili sono persone e hanno un progetto di vita da realizzare, desiderano poter vivere momenti esperienziali di fede e crescita spirituale, come qualunque altro battezzato. Per questo motivo è necessaria la formazione, l’educazione da parte di tutta la comunità e non soltanto di alcuni specialistici, per maturare modalità relazionali inclusive e partecipative nei riguardi dei disabili. Suor Veronica ha molto insistito sull’importanza d’integrare i disabili all’interno della celebrazione Eucaristica mettendo in atto accorgimenti tali da favorire la loro partecipazione, evitando ogni forma di esclusione. La formazione di tutta la comunità è necessaria per superare pregiudizi culturali, religiosi, morali che creano barriere e che non consentono di scoprire la bellezza e la dignità del disabile. Sono tante le iniziative portate avanti dall’Ufficio nazionale per l’inclusione dei Disabili messi a servizio di ogni comunità parrocchiale che può usufruire dei materiali condivisi in rete. A seguito delle tante provocazioni e sollecitazioni hanno avuto luogo, in entrambi gli eventi, un tempo di condivisione e scambio di esperienze sul tema proposto. Senza nessuna aspettativa sono emerse diverse piccole esperienze e luci in tutto il territorio diocesano ricchezza che non va sprecata ma valorizzata favorendo uno scambio di esperienze affinché ogni piccolo seme cresca nella comunione effettiva di conoscenza e reciproco aiuto.
Pertanto si spera che il prossimo passo sia il coordinamento a livello diocesano per condividere le iniziative, in modo da diffondere uno stile inclusivo in ogni parrocchia.
In Enna ha concluso i lavori mons. Rosario Gisana raccontando la sua esperienza con il mondo della disabilità e manifestando l’urgenza pastorale di sensibilizzare sempre più la comunità cristiana e la società tutta per una maggiore attenzione nei riguardi delle persone diversamente abili, mettendo in campo il carisma che lo Spirito Santo non cessa di elargire a tutti coloro che si mostrano aperti e disponibili nei riguardi di coloro che vivono situazioni di grave fragilità;
mentre a Gela il vicario generale mons. Nino Rivoli ha parecchio incoraggiato che sempre più siano abbattute le barriere architettoniche. L’auspicio è quello di non fermarsi alle buone intenzioni, ma di attivare processi di vera sensibilizzazione per favorire una cultura dell’inclusione che contrasti quella cultura dello scarto e dell’emarginazione.
La giornata pare che abbia già fatto maturare l’idea di dare vita ad una mappatura diocesana delle esperienze e delle competenze sia per cogliere il bello e il buono in una sorte d’inclusione della potenzialità e dall’altra mappare le competenze affinché tali competenze possano dotare
altri ad avere anche un minimo per divenire comunità capaci d’inclusione. Crediamo che suor Veronica Donatello già ha dato il via per partire con il suo sorriso, l’affabilità, la competenza e la passione ella con tutta se stessa ha trasmesso a tutti i partecipanti grande attenzione e una maggiore consapevolezza nei riguardi delle varie forme di disabilità, nei confronti dei quali siamo chiamati tutti a svolgere un ruolo importante per una società e una chiesa sempre più accogliente verso tutte le forme di fragilità, secondo lo stile di Gesù che è venuto ad annunciare la buona novella ai poveri.
Suor Veronica Donatello ha argomentato, con l’ausilio di apposite slide, sull’importanza dell’attenzione e della cura da rivolgere alle persone disabili in quanto appartenenti a pieno titolo alla comunità cristiana. Suor Veronica ha più volte sottolineato che i disabili sono persone e non soltanto oggetto di cura. Spesso, infatti, si rischia di cedere a forme di pietismo verso di loro e a posture relazioni infantili che non tengono conto del fatto che i disabili sono persone e hanno un progetto di vita da realizzare, desiderano poter vivere momenti esperienziali di fede e crescita spirituale, come qualunque altro battezzato. Per questo motivo è necessaria la formazione, l’educazione da parte di tutta la comunità e non soltanto di alcuni specialistici, per maturare modalità relazionali inclusive e partecipative nei riguardi dei disabili. Suor Veronica ha molto insistito sull’importanza d’integrare i disabili all’interno della celebrazione Eucaristica mettendo in atto accorgimenti tali da favorire la loro partecipazione, evitando ogni forma di esclusione. La formazione di tutta la comunità è necessaria per superare pregiudizi culturali, religiosi, morali che creano barriere e che non consentono di scoprire la bellezza e la dignità del disabile. Sono tante le iniziative portate avanti dall’Ufficio nazionale per l’inclusione dei Disabili messi a servizio di ogni comunità parrocchiale che può usufruire dei materiali condivisi in rete. A seguito delle tante provocazioni e sollecitazioni hanno avuto luogo, in entrambi gli eventi, un tempo di condivisione e scambio di esperienze sul tema proposto. Senza nessuna aspettativa sono emerse diverse piccole esperienze e luci in tutto il territorio diocesano ricchezza che non va sprecata ma valorizzata favorendo uno scambio di esperienze affinché ogni piccolo seme cresca nella comunione effettiva di conoscenza e reciproco aiuto.
Pertanto si spera che il prossimo passo sia il coordinamento a livello diocesano per condividere le iniziative, in modo da diffondere uno stile inclusivo in ogni parrocchia.
In Enna ha concluso i lavori mons. Rosario Gisana raccontando la sua esperienza con il mondo della disabilità e manifestando l’urgenza pastorale di sensibilizzare sempre più la comunità cristiana e la società tutta per una maggiore attenzione nei riguardi delle persone diversamente abili, mettendo in campo il carisma che lo Spirito Santo non cessa di elargire a tutti coloro che si mostrano aperti e disponibili nei riguardi di coloro che vivono situazioni di grave fragilità;
mentre a Gela il vicario generale mons. Nino Rivoli ha parecchio incoraggiato che sempre più siano abbattute le barriere architettoniche. L’auspicio è quello di non fermarsi alle buone intenzioni, ma di attivare processi di vera sensibilizzazione per favorire una cultura dell’inclusione che contrasti quella cultura dello scarto e dell’emarginazione.
La giornata pare che abbia già fatto maturare l’idea di dare vita ad una mappatura diocesana delle esperienze e delle competenze sia per cogliere il bello e il buono in una sorte d’inclusione della potenzialità e dall’altra mappare le competenze affinché tali competenze possano dotare
altri ad avere anche un minimo per divenire comunità capaci d’inclusione. Crediamo che suor Veronica Donatello già ha dato il via per partire con il suo sorriso, l’affabilità, la competenza e la passione ella con tutta se stessa ha trasmesso a tutti i partecipanti grande attenzione e una maggiore consapevolezza nei riguardi delle varie forme di disabilità, nei confronti dei quali siamo chiamati tutti a svolgere un ruolo importante per una società e una chiesa sempre più accogliente verso tutte le forme di fragilità, secondo lo stile di Gesù che è venuto ad annunciare la buona novella ai poveri.