Viaggio nella Basilica di Maria SS del Mazzaro
Storia del Marchese Enrico Del Vasto, una scoperta di Giuseppe Ferreri
La scoperta è davvero interessante. Oltreché unica. Si tratta dell’unica figura esistente, finora conosciuta al mondo, del Marchese Enrico Del Vasto, individuata nel prezioso affresco esistente nella volta centrale della basilica Maria SS del Mazzaro a Mazzarino. A sostenerlo, dopo studi approfonditi e pubblicati, è Giuseppe Ferreri, attivo studioso della Storia cittadina ed in modo particolare dei numerosi e pregevoli beni culturali del territorio. Il docente, ora in pensione, ne parla nel suo libro dal titolo “La villa del casale. Scoperta nel feudo Aleramico, possedimento della Chiesa Maria SS del Mazzaro”. “Colpisce la suprema maestosità di questo luogo che si sviluppa attraverso la navata centrale, ricca di ridondanti stucchi alle pareti e di numerosi affreschi sul tetto”, dice Ferreri che assieme al diacono Vito Mazzapica, anche lui docente, descrive la Basilica e ci porta a conoscere la sua scoperta. “Il tutto spinge il visitatore a convergere la sguardo, verso il prezioso trittico di fattura bizantina che raffigura al centro Maria SS delle Grazie e ai lati le due martiri siciliane la catanese Agata e la siracusana Lucia, collocato nella parte superiore dell’altare maggiore”. “La storia antichissima di questo prezioso reperto – interviene Mazzapica – ci riporta al periodo iconoclastico, quando ne 730 a.C. l’Imperatore Leone Isaurico emanò l’editto che vietava ogni venerazione e la conseguente distruzione di tutti i dipinti e ogni immagine sacra. Il prezioso trittico dal popolo, fu nascosto, in una grotta esistente nel fitto bosco di querce di contrada Mazzaro e per questo venne chiamato amorevolmente quadro di Maria SS del Mazzaro. Sotto la grande cupola del santuario, invita a seguirlo lo sguardo il prof. Ferreri, è possibile osservare ed ammirare il pregevole affresco, realizzato da Giuseppe Carta, il più celebre affreschista siciliano del primo ‘900. “L’affresco – spiega – ci propone con dovizia di particolari, la manifestazione di giubilo devozionale del popolo, che insieme alle autorità civili e religiose, era presente in occasione del ritrovamento del Trittico mariano, avvenuto il 16 Settembre del 1125, cosi come ci testimonia la storia dell’antichissima città di Mazzarino – prosegue – che ci ha tramandato l’autore mazzarinese Pietro Giorgio Ingala”. Ferreri, esperto accompagnatore di questo viaggio nell’arte, racconta con sua somma meraviglia di “aver individuato, per la prima volta in assoluto, nell’elegante biondo giovanotto posto a sinistra, in preghiera e genuflesso di fronte al quadro di Maria Ss delle Grazie la figura del Marchese Aleramico Enrico del Vasto, genero e cognato del Gran Conte Ruggero d’Altavilla, Capo dei Lombardi di Sicilia, Conte di Mazzarino, Paternò, Mineo, Grassuliato e Butera”. “Fece costruire sul luogo del Mazzaro la prima chiesetta dedicata a Maria SS delle Grazie, per favorire la quotidiana celebrazione dei sacri riti da parte dei fedeli e la divulgazione della devozione mariana, fra il popolo”, conferma Ferreri che aggiunge come “questo personaggio, fu il più grande benefattore della Chiesa Latina e l’artefice dello sviluppo nel territorio delle comunità cristiane, durante il lungo e fastoso Regno del Re Normanno Ruggero II d’Altavilla, suo augusto nipote”. “Questo personaggio, essendo signore dei feudi della Contea, organizzò la costruzione nel sito del Casale, nei pressi delle sorgenti del fiume Gela, città aleramica di Chiazza, in obbedienza a quanto ideato prima di morire, il Gran Conte Ruggero d’Altavilla”. Secondo Ferreri, che ha dedicato anni a questo studio di associazione della figura impressa in un affresco della Basilica al Marchese Enrico Del Vasto “la preziosità dell’affresco consiste nella sua unicità, in quanto non esiste al mondo nessun’altra raffigurazione artistica del personaggio della Storia Aleramica di Sicilia. Bisogna dire – ancora Ferreri – che lui presiedette alla costruzione della città di Chiazza, nei pressi delle sorgenti del fiume Gela, presumibilmente fra le località Nociara e Casale, poste in una posizione particolarmente strategica della Sicilia e fornita abbondantemente di Viveri, Grano, Biade e abbondanza di acqua, per dare seguire le volontà del Conte Ruggero d’Altavilla di fornire un’adeguata accoglienza, sistemazione e addestramento, alle migliaia di volontari e mercenari che dal Nord Italia e dal Centro Europa che si trasferivano in Sicilia per sostenere lo sforzo bellico e le numerose battaglie normanno-aleramiche, contro il nemico saraceno”. Nel corso della visita Ferreri e Mazzapica mostra un altro prezioso affresco, posizionato nella volta centrale del Mazzaro, cioè la raffigurazione del Conte di Mazzarino Manfredi di Policastro, nipote del Marchese del Vasto “posto in devota posizione all’ingresso della maestosa Basilica del Mazzaro, durante la consacrazione del grande tempio, avvenuta nel 1154 alla presenza del vescovo di Siracusa”, spiega. In quella occasione il Conte di Mazzarino “firmò un atto di donazione in latino, con il quale donava alla stessa Chiesa e in eterno i diritti feudali di tutti i suoi feudi compresi nella Contea di Mazzarino, a partire da quelli della località Casale dove – ancora – negli anni 1950 fu scoperto il più importante sito archeologico di arte musiva del mondo, oggi patrimonio dell’umanità”. Il documento in latino è stato tradotto in italiano e poi pubblicato da don Carmelo Bilardo, per decenni parroco della Basilica e vicario foraneo di Mazzarino, scomparso nel 2017. Gli approfondimenti di questa avvincente storia di Ferreri sono contenuti nel libro dal titolo “La villa del casale. Scoperta nel feudo Aleramico, possedimento della Chiesa Maria SS del Mazzaro”, acquistabile su Amazon con prefazione di mons. Michele Pennisi, vescovo emerito di Piazza Armerina.