Fiab:
Gela, persi 700 mila euro della Regione per la pista ciclabile
Gela non riceverà i 720 mila euro euro che sarebbero dovuti arrivare per sviluppare un nuovo intervento di mobilità sul lungomare. La decisione è contenuta in un decreto dirigenziale dell’Assessorato alle Infrastrutture e alla Mobilità della Regione Siciliana.
“Un semplice e preciso atto burocratico, freddo forse, ma puntuale, che attribuisce delle responsabilità a chi amministra la città, reo, a dire della Regione, di non essersi adoperato per fornire le informazioni richieste e adempiere a quanto richiesto dalla legge per la prosecuzione del progetto”, così commenta la notizia Giuseppe Romano (nella foto con Simone Morgana), vice presidente di Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) di Gela. Dunque, niente soldi.
“Qualcuno dice che si sono persi i fondi per la pista ciclabile, ma noi affermiamo che si è perso molto di più”, continua. “Si è buttato al vento un progetto di tutela dei diritti delle persone, di chi sulla strada è più debole; si è eliminata un’occasione unica per ridare una nuovo volto alla mobilità sul lungomare; si è affermato, con questa mancata attività, che Gela non vuole cambiare strada”.
Il progetto prevedeva la realizzazione della pista ciclabile in prosecuzione di quella esistente, di fatto la creazione di un percorso unico che avrebbe servito sia la ciclabilità urbana che il cicloturismo nazionale, essendo l’itinerario inserito nel piano nazionale della mobilità ciclistica. Ma non si limitava a questo. Riorganizzava la mobilità su uno dei punti costieri più belli dell’isola, gestendo le aree di sosta e restituendo molto spazio pubblico alle persone, “affermando quel concetto di democrazia dello spazio che sembra non interessare chi ci amministra”, riprende Romano.
“Non abbiamo perso i fondi per un concertino estemporaneo, ma abbiamo perso i soldi per un progetto duraturo e strutturato. E questo è inaccettabile – recita un documento inviato alla stampa – in una città priva di gestione della mobilità, apparentemente senza controlli sulla sosta selvaggia e sulla mobilità, una città che nega il diritto alla mobilità di chi rinuncia all’automobile, che, almeno in apparenza, non tutela il trasporto pubblico, che sembra non proteggere gli utenti vulnerabili della strada, che è prigioniera della violenza stradale degli automobilisti”.
Nel documento la Fiab afferma che “non è certo di poco conto quello che è accaduto e dovrebbe creare indignazione in tutte quelle persone che vorrebbero un luogo diverso in cui vivere, un luogo dove lo spazio sia distribuito in modo democratico, dove l’economia ed il valore siano basati sulla qualità dell’abitare e non sulla quantità di automobilisti in movimento sulle loro auto“.
“Per come si è determinata questa perdita l’indignazione dovrebbe portarci in piazza a chiedere i nostri diritti – chiosa Romano -. I diritti di chi vuole vedere tutelati i bambini, i ciclisti, i pedoni, gli anziani, le persone con disabilità, di chi ogni giorno è relegato in uno spazio quasi inesistente dalla prepotenza dei conducenti delle automobili, di chi vorrebbe muoversi diversamente ma ha paura di farlo. Non si sono persi solo dei fondi per una pista ciclabile, si è persa l’occasione per costruire un futuro diverso. E questa responsabilità non può essere taciuta”.