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Grazie all'aiuto dei parrocchiani che si sono mobilitati

“La disabilità non mi ha impedito di continuare a fare il parroco”

Ero già parroco da quasi tre anni quando, nel 2011, ho subito l’incidente d’auto che mi ha reso tetraplegico. Ho trascorso tredici mesi in ospedale per la riabilitazione e non sono mai stato lasciato solo: parenti, amici, amiche e parrocchiane e parrocchiani hanno utilizzato ogni minuto degli orari di visita ai malati per venirmi a trovare, anche se mi trovavo in un’altra città e negli ultimi due mesi in un’altra Regione. Nel periodo in cui affrontavo un cambiamento radicale della mia vita e della mia persona, sentirmi amato e benvoluto ha fatto la differenza: ho ricevuto parole e gesti d’amore che mi hanno riempito di gioia anche se stavo affrontando una perdita importante.

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