Il PD ennese:
Il Lincoln di Enna è salvo, non sarà più ‘diviso’
Il Lincoln di Enna è salvo, non sarà più diviso in due. La conferma arriva dal Partito Democratico provinciale che sostiene di essere riuscito a “salvarlo da uno smembramento irragionevole ed insensato”. “Abbiamo scongiurato – afferma la segretaria Katya Rapè – l’istituzione di poli scolastici che non giovano all’offerta formativa ne al diritto allo studio dei nostri studenti, ma che invece avrebbero acuito la diffusione del pregiudizio che vuole un percorso di serie A più prestigioso, riservato a studenti con l’ambizione di proseguire gli studi, e un percorso di serie B, più semplice, rivolto a studenti con prospettive diverse. Ricordiamo come le scuole tecniche/professionali negli ultimi anni siano state oggetto di continuo screditamento nel pensiero comune e abbiano registrato una vera e propria fuga di studenti verso i licei”.
“Del risultato raggiunto – sottolinea Rapè – siamo grati principalmente all’on. Venezia per il prezioso e quotidiano lavoro di mediazione svolto a stretto contatto con l’assessore regionale all’Istruzione Turano, che ringraziamo per la sensibilità dimostrata nel cogliere, anche se solo in parte, le ragioni del fragile sistema scolastico provinciale ennese ed essere stato conseguente all’ impegno assunto”. “Per mesi – aggiunge Rapè – tutto il Pd provinciale con i nostri deputati, i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali, ha lavorato nel silenzio assordante di tutte le altre forze politiche, impegnate probabilmente in piccole difese di campanile, per far comprendere che il criterio del numero di studenti scelto per operare questi tagli era sbagliato e fortemente penalizzante per un territorio che vive da anni un forte spopolamento ed ha un’elevata denatalità. Vogliamo ringraziare anche i nostri deputati Pd che all’Ars hanno sostenuto la nostra battaglia promuovendo un decreto legge votato all’unanimità, ma poi non condiviso dal governo Meloni. Ma vogliamo soprattutto ringraziare i tanti studenti che con le loro azioni di protesta hanno manifestato la volontà di essere artefici del loro destino e per questo intenzionati a salvare le loro scuole, dandoci un forte incoraggiamento a continuare nel nostro impegno. Le nostre istanze non sono state tutte accolte – conclude Rapè – ma continueremo ad impegnarci perché la politica torni ad avere un ruolo da protagonista nella definizione delle politiche scolastiche. E nella soluzione delle problematiche ad essa connesse”.