Paolo e il selfie da servo “inutile” (1Cor 4,8-13).
La fibrillante tensione da cui l’apostolo cerca di non farsi tradire, ad un certo punto scoperchia il pentolone della sua esperienza sul campo per tirar fuori il grigiore bollente della situazione partecipata a tutti i missionari di tutti i tempi e mai passata di moda. «Siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi » (4,13), dichiara con sincerità ma, allo stesso tempo, con fermezza Paolo ai fratelli e alle sorelle di Corinto; e si nota come il discorso s’impenni nel momento in cui l’apostolo parli di sazietà e onorificenze da parte dei corinzi ironizzando sulla smania di autosufficienza spirituale che ultimamente li ha resi alquanto “famosi”. Sazietà in riferimento al latte che l’apostolo ha dato loro, al posto del cibo solido tanto necessario ma anche tanto inopportuno, almeno al momento (3,2); onorificenze, invece, in riferimento allo stile clientelare del farsi “figliocci” di questo o quel missionario di battesimo.La fibrillante tensione da cui l’apostolo cerca di non farsi tradire, ad un certo punto scoperchia il pentolone della sua esperienza sul campo per tirar fuori il grigiore bollente della situazione partecipata a tutti i missionari di tutti i tempi e mai passata di moda. «Siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi » (4,13), dichiara con sincerità ma, allo stesso tempo, con fermezza Paolo ai fratelli e alle sorelle di Corinto; e si nota come il discorso s’impenni nel momento in cui l’apostolo parli di sazietà e onorificenze da parte dei corinzi ironizzando sulla smania di autosufficienza spirituale che ultimamente li ha resi alquanto “famosi”. Sazietà in riferimento al latte che l’apostolo ha dato loro, al posto del cibo solido tanto necessario ma anche tanto inopportuno, almeno al momento (3,2); onorificenze, invece, in riferimento allo stile clientelare del farsi “figliocci” di questo o quel missionario di battesimo.
Da dove può essere generata questa idea “regale” secondo la logica comune, ovvero soltanto esteriore e superficiale, che inficia da sempre il vivere ecclesiale?
La distanza con il senso di quanto intende l’apostolo è solo una questione cronologica, ovvero di un tempo diverso da quello di oggi, oppure esiste una prossimità con la “parola fedele” che supera i limiti temporali?
Quando è importante rimettere al centro la “parola fedele” del destino in comune con Gesù Cristo crocifisso?Cosa può aiutarci a prendere consapevolezza del coinvolgimento ecclesiale nelle logiche comuni, distanti dal “pensiero di Cristo” e dalla “parola della croce”?
Spunti e appunti per una Lectio personale
Fedeltà del popolo e fedeltà personale
Romani 5,12 12Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato… 17 se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevonol’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Unità e amore fanno brillare le comunità nel cielo oscuro del mondo
Giovanni 17, 15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19 per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. (——> vedi anche: Fil 2,15-16a; Mt 5,14-20; Gv 8,12)