A Palermo, adesione delle nuove sorelle di carità e dei barellieri dell’UNITALSI
Celebrato a Palermo, nella parrocchia di Santa Luisa di Marillac, guidata dal parroco don Salvatore Amato, la funzione del rito dell’adesione delle nuove sorelle di carità e dei barellieri dell’UNITALSI, afferenti alla sottosezione del capoluogo siciliano. La santa Messa, durante la quale, i nuovi soci hanno pronunciato il loro “si” al servizio verso gli ammalati e i disabili, è stata presieduta dall’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice.
I novelli appartenenti alla grande famiglia unitalsiana sono stati chiamati per nome, uno ad uno, dalla presidente di sottosezione, Irene Leone e, davanti all’arcivescovo, hanno pronunciato il loro “Si lo vogliamo” alle domande di rito che il presule ha posto loro, in totale sintonia con la Parola di Dio, accompagnati dalla devozione all’Immacolata Vergine di Lourdes e a santa Bernadette. E’ stata una celebrazione intensa, sobria e commovente, durante la quale il vescovo non ha mancato, coincidendo la giornata con la prima domenica di Avvento, di sottolineare come l’uomo debba essere pronto alla venuta, alla parusia, del Signore e come l’Avvento stesso, sia il tempo del desiderio del Signore che ritornerà dal cielo. Un avvento dunque, che non va inteso, soltanto come attesa del santo Natale, indispensabile anche quello, ma come attesa del ritorno nella gloria, del Cristo risorto che viene con misericordia a giudicare gli uomini. E non ha mancato mons. Lorefice, di fare una comparazione fra la fragilità di Cristo che si presenta debole di fronte ai suoi aguzzini ma fa di quella fragilità un punto di forza nel momento in cui risorge dalla morte e la fragilità degli ammalati per i quali è lo stesso; loro incarnano il Cristo sofferente e crocifisso e si proiettano verso la gloria della risurrezione offrendo sè stessi per la redenzione del genere umano. Un ultimo passaggio l’arcivescovo lo ha fatto citando Mt 25 dal versetto 34 e seguenti, sottolineando come bisogni essere vigilanti in attesa del Messia, compiendo opere buone e vedendo il Cristo nei fratelli.
Abbiamo rivolto una domanda al vescovo: I giovani, oggi, sono attratti da cose ben diverse come l’Aperol spritz. Ora è bello vedere in questa chiesa cosi piena, questa mattina, così tanti giovani che si dedicano ai poveri , ai malati e ai disabili.
“Il mio augurio è che noi come comunità cristiana possiamo sempre più avvicinarli e far vedere come é bello che nella nostra vita ci siano gli stessi sentimenti del Signore che ci rendono prossimo e ci fanno crescere nella visione che la vita si realizza nella misura in cui si diventa un dono per altri. Non c’è felicità e non c’è maggiore gioia di questa. Questo è il mio augurio”.