Anniversario di una profonda ferita per un atroce delitto che dopo 18 anni è ancora senza alcun colpevole
Giornata in memoria di Francesco Ferreri
Torna anche quest’anno la “Giornata in memoria di Francesco Ferreri” ucciso a Barrafranca 18 anni fa, esattamente il 17 dicembre del 2005. Ad oggi nessuno ha mai pagato per tale efferatezza. La commemorazione si svolgerà nella chiesa Madre di Barrafranca lunedì 18 dicembre alle ore 10 con una celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana. Anche quest’anno sarà presente don Fortunato Di Noto fondatore di Meter.
Era il 17 dicembre del 2005 quando Francesco, 13 anni, venne ucciso nelle campagne di Barrafranca, violentato, seviziato e massacrato con diciannove colpi alla testa e infine gettato in una discarica di campagna.
La commemorazione, come ogni anno fortemente ancora una volta vuole essere il giorno della memoria, ma anche l’anniversario di una profonda ferita per tutta la comunità cittadina poiché ad oggi questo atroce delitto resta senza alcun colpevole.
Una vicenda sulla quale è calato il silenzio anche da parte dei media che invece “dovrebbero tenere alta l’attenzione – come ha detto don Di Noto presidente di Meter – e offrire spazi per spingere le coscienze a uscire fuori dall’omertà e dal silenzio“. Un bambino 18 anni fa è stato barbaramente ucciso e “il 17 dicembre non è solo un ricordo, ma un grido: non si chiede solo giustizia, ma un cambiamento di mentalità”.
“Le urla di questo ragazzino ammazzato continuano e continueranno a risuonare nelle coscienze di chi ha compiuto questo gesto infame e in quelle di chi non farà il massimo per assicurare alla giustizia gli assassini di Francesco.Francesco, va ricordato “come una delle vittime di una società e cultura fatta di violenza, sopraffazione, indifferenza e omertà. Dove tutto si dimentica, dove tutto deve cadere nell’oblio, dove l’assenza strappata di un bambino ad una famiglia è considerata un ‘caso irrisolto’, inserito in un database della giustizia umana e nelle pagine dei giornali”.Ha detto ancora don Di Noto “Ci sono mostri della porta accanto, che frequentano le nostre case, le nostre piazze, le nostre scuole, le nostre chiese… con i volti coperti di cera e di bronzo, ma dentro il putridume e il fetore lo percepiscono da lontano gli avvoltoi loro simili: cadaveri che hanno disseminato cadaveri. Il giusto e il piccolo, anche se calpestato, deriso, sprangato, denudato, non muore mai e interpella le nostre deboli coscienze. Bambini indignatevi, ribellatevi, agite con amore contro l’oblio della giustizia, della politica, della cultura, della fede. Siate tutti contro coloro che vi sfruttano e aiutate i vostri coetanei a reagire. Voi, solo voi salverete le vostre famiglie, le nostre città, la nostra debole fede. Coraggio miei cari “ribelli” d’amore!Bambini di ieri e di oggi sarete voi a schiacciare le teste degli assassini dei bambini, degli Erodi di oggi. Per avere sempre nel cuore la speranza, perché dobbiamo crederci sempre: Giustizia e Misericordia si incontreranno, anche quando chi deve fare giustizia non sembra riesca a farla”.
La commemorazione, come ogni anno fortemente ancora una volta vuole essere il giorno della memoria, ma anche l’anniversario di una profonda ferita per tutta la comunità cittadina poiché ad oggi questo atroce delitto resta senza alcun colpevole.
Una vicenda sulla quale è calato il silenzio anche da parte dei media che invece “dovrebbero tenere alta l’attenzione – come ha detto don Di Noto presidente di Meter – e offrire spazi per spingere le coscienze a uscire fuori dall’omertà e dal silenzio“. Un bambino 18 anni fa è stato barbaramente ucciso e “il 17 dicembre non è solo un ricordo, ma un grido: non si chiede solo giustizia, ma un cambiamento di mentalità”.
“Le urla di questo ragazzino ammazzato continuano e continueranno a risuonare nelle coscienze di chi ha compiuto questo gesto infame e in quelle di chi non farà il massimo per assicurare alla giustizia gli assassini di Francesco.Francesco, va ricordato “come una delle vittime di una società e cultura fatta di violenza, sopraffazione, indifferenza e omertà. Dove tutto si dimentica, dove tutto deve cadere nell’oblio, dove l’assenza strappata di un bambino ad una famiglia è considerata un ‘caso irrisolto’, inserito in un database della giustizia umana e nelle pagine dei giornali”.Ha detto ancora don Di Noto “Ci sono mostri della porta accanto, che frequentano le nostre case, le nostre piazze, le nostre scuole, le nostre chiese… con i volti coperti di cera e di bronzo, ma dentro il putridume e il fetore lo percepiscono da lontano gli avvoltoi loro simili: cadaveri che hanno disseminato cadaveri. Il giusto e il piccolo, anche se calpestato, deriso, sprangato, denudato, non muore mai e interpella le nostre deboli coscienze. Bambini indignatevi, ribellatevi, agite con amore contro l’oblio della giustizia, della politica, della cultura, della fede. Siate tutti contro coloro che vi sfruttano e aiutate i vostri coetanei a reagire. Voi, solo voi salverete le vostre famiglie, le nostre città, la nostra debole fede. Coraggio miei cari “ribelli” d’amore!Bambini di ieri e di oggi sarete voi a schiacciare le teste degli assassini dei bambini, degli Erodi di oggi. Per avere sempre nel cuore la speranza, perché dobbiamo crederci sempre: Giustizia e Misericordia si incontreranno, anche quando chi deve fare giustizia non sembra riesca a farla”.