Festa di Sant’Antonio abate
Nel calendario dei santi e beati il 17 gennaio si celebra la memoria liturgica di Sant’Antonio Abate (uno dei quattro Padri della Chiesa d’Oriente che portano il titolo di “Grande”, asceta del deserto e padre dei monaci), una ricorrenza molto sentita in Italia, perché si tratta della festa dedicata al santo protettore degli animali domestici. Ogni anno, per l’occasione, infatti, si portano a benedire gli amici domestici e, in passato, nelle campagne, era uso benedire anche le stalle, oltre al fuoco e alle sementi.
Tuttavia, per ragioni di opportunità, ad Aidone, il parroco della chiesa Madre don Giacinto Magro, nel cui territorio ricade la chiesa di Sant’Antonio abate ha programmato la festa per sabato 20 gennaio alle ore 17, che si concluderà con la benedizione del pane e degli animali.
Sant’Antonio Abate, da non confondere con Sant’Antonio da Padova, non di rado viene rappresentato nell’iconografia cristiana con un maialino ai piedi (in Romagna era chiamato Sant Antoni de porc), oppure con lingue di fuoco. Il Santo è, infatti, considerato il custode del fuoco perché, secondo una leggenda, egli sarebbe sceso all’inferno per alleviare le sofferenze dei peccatori e liberarne le anime. Il fuoco rappresentato ai piedi del Santo è inoltre associato all’Herpes Zooster, meglio noto come il “fuoco di Sant’Antonio”, una malattia rara che causava dolorose piaghe sulla pelle ma che il Santo d’Egitto era capace di curare.
Nella chiesa di Sant’Antonio abate di Aidone, si trovano dei dipinti ragffigurante il Santo ed episodi della sua vita. Il dipinto di Sant’Antonio abate reca la firma Laurenzo di Palermo e la data del 1581. Tale dipinto desta interesse poiché riporta una serie di didascalie in volgare siciliano. L’affresco, benché mutilo in varie parti, risulta nel suo insieme pienamente leggibile. Esso è stato riportato alla luce solo di recente, dopo essere rimasto coperto per lungo tempo da uno strato di intonaco. Collocato sulla parete sinistra della piccola chiesa in una nicchia situata a breve distanza dall’altare, la sua figurazione segue un modello ben consolidato: al centro del dipinto è posto il santo rappresentato con i simboli che tradizionalmente ne connotano l’iconografia, ossia il bastone, il tau, un libro aperto retto dalla mano sinistra e rivolto, l’aureola, l’abito bianco coperto da un grande mantello nero. Vicino suoi piedi, inoltre sono posti un maialino di colore scuro e piccolo fuoco, e in prossimità di essi si leggono le iscrizioni relative a una probabile committenza e alla firma dell’autore. Ai lati della figura di Sant’Antonio sono collocati otto riquadri riguardanti scene tratte dalla sua biografia predisposti per accogliere la didascalia correlata all’immagine.
Sant’Antonio Abate, da non confondere con Sant’Antonio da Padova, non di rado viene rappresentato nell’iconografia cristiana con un maialino ai piedi (in Romagna era chiamato Sant Antoni de porc), oppure con lingue di fuoco. Il Santo è, infatti, considerato il custode del fuoco perché, secondo una leggenda, egli sarebbe sceso all’inferno per alleviare le sofferenze dei peccatori e liberarne le anime. Il fuoco rappresentato ai piedi del Santo è inoltre associato all’Herpes Zooster, meglio noto come il “fuoco di Sant’Antonio”, una malattia rara che causava dolorose piaghe sulla pelle ma che il Santo d’Egitto era capace di curare.
Nella chiesa di Sant’Antonio abate di Aidone, si trovano dei dipinti ragffigurante il Santo ed episodi della sua vita. Il dipinto di Sant’Antonio abate reca la firma Laurenzo di Palermo e la data del 1581. Tale dipinto desta interesse poiché riporta una serie di didascalie in volgare siciliano. L’affresco, benché mutilo in varie parti, risulta nel suo insieme pienamente leggibile. Esso è stato riportato alla luce solo di recente, dopo essere rimasto coperto per lungo tempo da uno strato di intonaco. Collocato sulla parete sinistra della piccola chiesa in una nicchia situata a breve distanza dall’altare, la sua figurazione segue un modello ben consolidato: al centro del dipinto è posto il santo rappresentato con i simboli che tradizionalmente ne connotano l’iconografia, ossia il bastone, il tau, un libro aperto retto dalla mano sinistra e rivolto, l’aureola, l’abito bianco coperto da un grande mantello nero. Vicino suoi piedi, inoltre sono posti un maialino di colore scuro e piccolo fuoco, e in prossimità di essi si leggono le iscrizioni relative a una probabile committenza e alla firma dell’autore. Ai lati della figura di Sant’Antonio sono collocati otto riquadri riguardanti scene tratte dalla sua biografia predisposti per accogliere la didascalia correlata all’immagine.