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«perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni» (7,39)

A Corinto, la chiamata alla parola della croce e le scadenze delle mode di passaggio (1Cor 7,17-39

L’appartenenza al Signore è sancita dalla risposta alla chiamata ricevuta attraverso i missionari; e tale risposta s’irrobustisce attraverso la scelta di “rimanere” ciò che si è e in ciò che si ha. Il legame con Dio, l’attaccamento alla parola della croce considerato come fedeltà a sé stessi, così per come si è stati trovati al momento dell’annuncio garantisce su tutto. Non ci sono miglioramenti che possano, dunque, dimostrare a Dio e alla gente cosa convenga fare nella vita, se non cambiare mentalità riguardo alle “raccomandazioni” tanto inseguite dai fratelli in assenza di Paolo. «Io sono di Apollo, e io di Cefa», come è scritto poco prima nella lettera (3,4), stona fortemente con questo pressante e insistente modo di pensare in cui è radicato l’apostolo scelto a Damasco per portare il vangelo anche a chi non è ebreo: un modo di pensare che traduce un modo di essere, senza filtri e senza tentennamenti.

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