L’uomo è immortale? La soluzione materialista. La soluzione tradizionalista
Il materialismo non crede ad una possibile sopravvivenza dell’essere umano (come spirito, anima e corpo, o le tre cose insieme). Considera la morte come un fine, il termine del destino dell’uomo. Secondo questa dottrina ,non c’è niente oltre la materia e le leggi che la regolano. Di conseguenza, la fisica, la meccanica e la chimica, bastano a spiegare tutto: il pensiero ed i sentimenti del cuore, l’acqua, il fuoco, le cose.
E’ reale solo ciò che è sensibile: la sensazione è la solo fonte di conoscenza. “Non c’è niente nella coscienza che non sia già nei sensi” (Locke). “Il pensiero è un movimento, uno spostamento di molecole di materia cerebrale” (Moleschott). “Il cervello produce il pensiero come il fegato, la bile” (Carl Vogt). “La sostanza, materia e forza, è la sola cosa esistente al mondo” (Haeckel). “Il naturalista conosce solo i corpi e le loro proprietà; tutto ciò che è posto oltre è trascendente, ed egli considera la trascendenza come un’aberrazione dello spirito umano” (Virchow). “Oltre la natura e gli uomini non c’è niente, e gli esseri superiori, creati dalla nostra immaginazione religiosa, non sono che il riflesso fantastico del nostro essere. La materia non è un riflesso dello spirito, ma lo spirito stesso non è che il prodotto superiore della materia” (Engels). Dunque, prestando fede al materialismo, la materia è la base, la struttura e l’essenza di tutto il reale, l’origine suprema di se stessa e dello spirito in tutte le sue forme. L’essere umano è un composto di elementi diversi: ossigeno (O), idrogeno (H) , azoto (N), acido carbonico (H2CO3), fosforo (P), ferro (Fe), carbonio (C), sostanze grasse, sali (NaCl, Ca3PO4, ecc.). La vita psicologica non è che un prodotto, un riflesso della vita degli organi e delle loro funzioni; si estingue con la vita organica, dunque non c’è sopravvivenza dell’io cosciente. Nei fatti questa teoria si traduce nell’applicazione della cinica massima : “Mangiamo e beviamo, perché domani moriremo”. E’ chiaro che il cristiano non può accettare questa soluzione. Secondo il tradizionalismo, che conta ancora numerosi aderenti, l’uomo è costituito da due elementi: il corpo, elemento transitorio destinato a ricevere l’anima; e l’anima, sostanza semplice, indivisibile, immateriale, fuori del tempo e dello spazio, dunque spirituale, incorruttibile, immortale. Questa teoria pretende che alla morte l’anima si separi dal corpo e vada o direttamente in Paradiso, dove gode la perfetta beatitudine, o al Purgatorio (anticamera del Paradiso), dove per un periodo più o meno lungo espia i suoi peccati; o all’Inferno, dove è condannata a soffrire eternamente. Quanto al modo d’unione tra il corpo e l’anima, è difficile pronunciarsi. Aristotele, San Tommaso d’Aquino, Cartesio e Leibniz, tra gli altri, hanno proposto interessanti ipotesi. La soluzione tradizionalista è molto antica. Ha la sue radici nella filosofia greca, quella di Platone in particolar modo. Qual è dunque la soluzione che ci presenta la Bibbia? A questo punto le cose, occorrebbe fare una digressione, ovvero un allontanamento temporaneo del tema e della linea principale del discorso intrapreso, per soffermarsi su un argomento secondario che a esso si riferisce.