Il 4 maggio nella Chiesa del Carmine
Pietraperzia, presentato il medaglione con l’effigie di Matteo Barresi III
L’evento è stato organizzato dalle associazioni “Amici della Biblioteca”, “Sicilia Antica”, Circolo di Cultura e Comune di Pietraperzia presso la Chiesa del Carmine. Ad organizzare, pure il Comune di Barrafranca, Radioluce Barrafranca, oltre alle associazioni barresi Centro Studi “Presidium”, Salotto Artistico letterario “Civico 49” e Circolo di Cultura alla presenza dei sindaci di Pietraperzia e Barrafranca. Tra i relatori lo storico dell’arte Gianluca Micicché, il prof. Giovanni Culmone, Angelo Salamone, lo storico Salvatore La Monica, l’archeologo Liborio Centonze e il geologo Salvatore Palascino. In apertura i saluti di don Osvaldo Brugnone e l’introduzione di Emiliano Spampinato e Rita Bevilacqua.
Angelo Salamone è stato invece l’autore del recupero del medaglione frutto di due anni di ricerca assieme ad altre opere. Egli stesso ha raccontato le vicende che hanno portato alla identificazione e al ritrovamento. Visitando il sito della Fondazione Federico Zeri” dell’Università di Bologna, il Salamone si è imbattuto nell’immagine del medaglione di Matteo Barresi pubblicata in un catalogo del collezionista Mario Scaglia, catalogo che riporta le immagini di 500 medaglioni e 700 medagliette con le note identificative annesse che vanno dal 1400 al 1800. Fisicamente il medaglione del Barresi si trova all’Accademia Carrara di Bergamo a seguito della donazione dello Scaglia di tutta la sua collezione. Il Dr. Rossi effettuò un approfondito studio dell’effigie attribuendolo con certezza ad Antonello Gagini. Nel 2015 lo Scaglia ebbe l’accortezza di donare la sua unica copia del medaglione al sindaco del tempo il compianto dr. Vincenzo Emma, dopo una cerimonia di presentazione in sua presenza svoltasi nella Chiesa Madre. Il dr. Emma volle custodirlo nella sua abitazione, ma dopo poco tempo venne a mancare per cui se ne perse la memoria. Grazie alle richieste del Salamone la famiglia del dr. Emma effettuò una ricerca tra gli effetti del compianto ex sindaco ritrovandolo e donandolo alla comunità. L’unica copia del medaglione così verrà conservata in un luogo sicuro in attesa di una collocazione adeguata.
Salvatore La Monica, nel suo intervento, ha parlato della famiglia Barresi. “Il medaglione di Matteo Barresi – ha esordito – è il frutto di un particolare contesto storico. Nel 1518 Matteo Barresi viene inviato, dal viceré dell’epoca, a Piazza Armerina dove si registravano numerose liti tra i nobili del luogo. Matteo Barresi si reca in quel centro e fa impiccare 12 persone. Altri vengono mandati in esilio. Lo stesso Barresi commissiona inoltre anche opere per la vicina Barrafranca… Il medaglione era la sua autocelebrazione”.
Salvatore Palascino ha evidenziato l’importanza del castello Barresio di Pietraperzia e sottolineato che l’antico maniero dimostrava la potenza della famiglia Barresi. Ha poi parlato delle strade di accesso al castello e del rifornimento idrico con l’acqua Canalicchio. “Abbiamo il dovere – ha concluso – di preservare il castello Barresio per le future generazioni”.
Liborio Centonze, ha parlato dei feudi, della gestione araba degli stessi e soprattutto della gestione nei secoli dei beni, relativamente ai Barresi come diventano signori degli stessi e successivamente confiscati, poi restituiti alla famiglia Barresi grazie alla signora La Mattina e come alla alla fine della feudalità passano di mano alla nobiltà fino a quella dei nostri giorni: Lanza, Valenti, Tortorici etc., ha concluso invitando l’amministrazione barrese a correggere la toponomastica di Barrafranca dando il giusto lustro al suo fondatore Matteo Barrese.
Gianluca Micciché ha poi parlato del mecenatismo della famiglia Barresi. “Matteo Barresi III – ha detto – porta avanti quanto iniziato da suo padre Giovanni Antonio II il quale colloca, in una nicchia del castello un busto, opera – si suppone – di Domenico Gagini, padre di Antonello Gagini. Queste opere testimoniano i rapporti esistenti tra la famiglia Barresi e gli artisti dell’epoca. Ha quindi mostrato una carta topografica custodita nell’Archivio di Stato di Torino dove figura anche il castello di Pietraperzia e la foto dello “spinario” commissionato dal Barresi ad Antonello Gagini. “Le committenze ad Antonello Gagini – ha concluso Micciché – continuarono nel tempo come dimostra il medaglione che riproduce l’effigie di Matteo III opera di Antonello Gagini”.
A conclusione della serata, Giovanni Culmone ha presentato le numerose opere d’arte che si trovano nella chiesa Madre Santa Maria Maggiore di Pietraperzia tra cui le 4 Virtù di Antonello Gagini.
Salvatore La Monica, nel suo intervento, ha parlato della famiglia Barresi. “Il medaglione di Matteo Barresi – ha esordito – è il frutto di un particolare contesto storico. Nel 1518 Matteo Barresi viene inviato, dal viceré dell’epoca, a Piazza Armerina dove si registravano numerose liti tra i nobili del luogo. Matteo Barresi si reca in quel centro e fa impiccare 12 persone. Altri vengono mandati in esilio. Lo stesso Barresi commissiona inoltre anche opere per la vicina Barrafranca… Il medaglione era la sua autocelebrazione”.
Salvatore Palascino ha evidenziato l’importanza del castello Barresio di Pietraperzia e sottolineato che l’antico maniero dimostrava la potenza della famiglia Barresi. Ha poi parlato delle strade di accesso al castello e del rifornimento idrico con l’acqua Canalicchio. “Abbiamo il dovere – ha concluso – di preservare il castello Barresio per le future generazioni”.
Liborio Centonze, ha parlato dei feudi, della gestione araba degli stessi e soprattutto della gestione nei secoli dei beni, relativamente ai Barresi come diventano signori degli stessi e successivamente confiscati, poi restituiti alla famiglia Barresi grazie alla signora La Mattina e come alla alla fine della feudalità passano di mano alla nobiltà fino a quella dei nostri giorni: Lanza, Valenti, Tortorici etc., ha concluso invitando l’amministrazione barrese a correggere la toponomastica di Barrafranca dando il giusto lustro al suo fondatore Matteo Barrese.
Gianluca Micciché ha poi parlato del mecenatismo della famiglia Barresi. “Matteo Barresi III – ha detto – porta avanti quanto iniziato da suo padre Giovanni Antonio II il quale colloca, in una nicchia del castello un busto, opera – si suppone – di Domenico Gagini, padre di Antonello Gagini. Queste opere testimoniano i rapporti esistenti tra la famiglia Barresi e gli artisti dell’epoca. Ha quindi mostrato una carta topografica custodita nell’Archivio di Stato di Torino dove figura anche il castello di Pietraperzia e la foto dello “spinario” commissionato dal Barresi ad Antonello Gagini. “Le committenze ad Antonello Gagini – ha concluso Micciché – continuarono nel tempo come dimostra il medaglione che riproduce l’effigie di Matteo III opera di Antonello Gagini”.
A conclusione della serata, Giovanni Culmone ha presentato le numerose opere d’arte che si trovano nella chiesa Madre Santa Maria Maggiore di Pietraperzia tra cui le 4 Virtù di Antonello Gagini.