Le Devozioni Antoniane
La Rettoria San Leone II papa del Vicariato di Aidone, con parroco don Giacinto Magro, ha programmato la novena di S’Antonio da Padova: dal 3 al 12 giugno, alle 18,30 il Santo Rosario, a cui segue la Coroncina di S’Antonio e ore 19 Santa Messa. Il giorno 13 della festa del Santo Messe alle 11.30 e alle 19 con la Benedizione del Pane.
La festa del Santo fu fissata dal Pontefice Gregorio IX al 13 giugno, anniversario della morte. E’ una festa che se richiama a Padova migliaia e migliaia di pellegrini, raduna pure i devoti in tutte le chiese del mondo dove vi sia un’immagine del Santo. Un’altra festa si celebra il 15 febbraio e viene detta della Lingua di S’Antonio. I Francescani in tale giorno commemorano la prima traslazione e ricognizione del corpo in cui apparve il prodigio della lingua incorrotta, e insieme la seconda solennissima traslazione, compiuta il 15 febbraio 1350, con l’intervento del cardinale Guido di Montfort. Questa commemorazione fu fissata dal Capitolo Generale di Lione dell’anno seguente.
Nella Basilica di Padova, dai Frati Minori Conventuali che custodiscono la Tomba del Santo, si celebra con solennità di poco inferiore a quella
Nella Basilica di Padova, dai Frati Minori Conventuali che custodiscono la Tomba del Santo, si celebra con solennità di poco inferiore a quella
del 13 giugno.
Ogni venerdì, verso sera, nella Basilica del Santo si tiene una speciale funzione per ricordare il transito del Taumaturgo avvenuto all’Arcella la sera del venerdì 13 giugno 1231. E’ funzione commovente, ispirata alla memoria della Passione del Signore e alla morte del Santo. Ma tra i giorni della settimana il martedì è universalmente consacrato a S. Antonio e nelle chiese francescane con particolari preghiere. Ricordiamo che il martedì 17 giugno 1231 si fece il memorando trasporto della salma dal convento dell’Arcella alla chiesa di S. Maria Madre del Signore, e che
fin da quel giorno il sepolcro del Santo fu glorificato da una serie continua di prodigi.
La devozione del martedì risale quindi all’anno della morte del Santo. Al principio del seicento, la fama d’un miracolo ottenuto con preghiere ripetute per nove martedì di seguito contribuì a diffondere ancor maggiormente questa devozione.
“Vivevano in Bologna due nobili sposi, dolenti perché dopo più di vent’anni di matrimonio la loro casa non era allietata dalla nascita d’un bimbo. La nobile signora, che aveva spesso udito parlare delle tante grazie concesse da S. Antonio, si recò alla Chiesa di S. Francesco, e ivi prostrata dinanzi l’altare del Taumaturgo, supplicò con la fede più viva perché il suo desiderio fosse esaudito. Se ne tornò a casa con l’intima
fiducia di non aver pregato invano. Nella notte le parve di vedere il Santo apparire e ammonirla di recarsi alla stessa chiesa, allo stesso altare, per nove martedì di seguito rinnovando la supplica. Ubbidì la signora certa ormai che la grazia non le sarebbe stata negata. Dopo i nove martedì ebbe la gioia di sentirsi madre. Ma quando la creaturina venne alla luce, fu tanto deforme da sembrare un mostriciattolo che nulla avesse di umano. La povera signora così delusa ricorse nuovamente all’intercessione del Santo. Fece portare il parto informe dinanzi l’altare dove ella aveva invocata la grazia. Non le fu negata la seconda, più straordinaria ancora della grazia, perché la tenera creaturina prese l’aspetto normale d’un bimbo bello e sano”.
Con la fama del duplice miracolo si diffuse rapidamente anche la devozione dei nove martedì. Più tardi, a ricordo del 13 giugno, data della morte del Santo, furono portati a tredici. Forse contribuì alla scelta del nuovo numero anche la convinzione popolare che il Santo dispensi ogni giorno tredici grazie e l’analogia con la tredicina, cioè le pubbliche preghiere dei tredici giorni precedenti la festa solenne del 13 giugno. Devozioni ormai diffusissime e arricchite di più indulgenze.
Nella foto, la statua di Sant’Antonio di Padova, venerata nella chiesa di San Leone ad Aidone