IL PRESIDENTE, SERGIO LO TROVATO: “ABBIAMO DECISO DI RACCOGLIERE L’APPELLO DELLE FAMIGLIE, FINANZIEREMO IL SERVIZIO INTERAMENTE A SPESE NOSTRE”.
BARRAFRANCA. RIAPRE IL CENTRO DIURNO PER DISABILI “VOGLIA DI VIVERE” DEL C.S.R.
Riapre il Centro diurno “Voglia di vivere” per i disabili del Comune di Barrafranca. A deciderlo è il Consorzio Siciliano di Riabilitazione, che ha sposato la proposta giunta dal procuratore del C.S.R. Calogero Vetriolo, promotore di questo importante servizio già più di vent’anni fa. Il Centro diurno per disabili infatti è gestito dal C.S.R. dal 2001, in convenzione con gli Enti locali: prima con Comune, Provincia di Enna e ASP e, successivamente, con il supporto del solo Comune di Barrafranca. Fino allo scorso 4 gennaio, quando l’amministrazione comunale ha deciso di non dare prosecuzione al progetto del Centro diurno per persone disabili.
Il Centro diurno “Voglia di vivere” riaprirà dunque i battenti il 17 giugno, sempre nei locali del C.S.R. barrese in Contrada Vicinale Pozzillo, e offrirà un servizio di integrazione e socializzazione per circa 13 persone con disabilità, che potranno frequentare il Centro tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13.
“Si tratta di un servizio fondamentale per le persone con disabilità e per le loro famiglie – prosegue Lo Trovato – I ragazzi infatti hanno un luogo in cui stare in compagnia, partecipare a laboratori e attività di integrazione sociale, mentre per le famiglie è un supporto fondamentale per gestire le quotidiane attività lavorative e familiari”.
“Nonostante il Comune abbia deciso di non finanziare più l’attività, abbiamo quindi deciso per il bene delle persone fragili di riattivare il servizio interamente a nostre spese, finanziandolo fino al 31 dicembre di questo anno – conclude il Presidente del C.S.R. – Ci auguriamo, per il futuro, di poter contare sul sostegno delle istituzioni locali e su relazioni più serene in particolare con l’amministrazione comunale. Noi restiamo disponibili al dialogo e, soprattutto, riapriremo le porte di quella che per i nostri ragazzi è una ‘casa’, nonostante il nostro operato sia stato più volte criticato e messo in dubbio da quelle stesse istituzioni che per oltre vent’anni ci hanno sempre sostenuto”.