L'intervento contro il sindaco di Piazza Armerina, per la sua reazione in consiglio comunale all’intervento del consigliere del Pd Andrea Arena
Dura nota della segreteria provinciale e dei parlamentari del PD contro il sindaco Nino Cammarata
“Il Sindaco è la massima espressione democratica della comunità, deve sempre prediligere il confronto e alimentare un clima di serenità con chi la pensa diversamente”. Inizia così la dura presa di posizione della segretaria provinciale del Partito Democratico, Katya Rapè, e dei parlamentari Stefania Marino e Fabio Venezia contro il sindaco di Piazza Armerina, Nino Cammarata, che nella seduta dell’ultimo consiglio comunale del 26 giugno aveva avuto una reazione spropositata all’intervento del consigliere del Pd, Andrea Arena (foto), che aveva accennato come “l’assessore al turismo fosse assente durante la trattazione delle modifiche al nuovo regolamento del Palio dei Normanni”. “È il primo cittadino –prosegue la nota-, esempio per tutti coloro che guardano alla politica e all’ amministrazione con la speranza di vedere risolti i tanti problemi che attanagliano le nostre comunità. In genere, mostrarsi nervosi e utilizzare un linguaggio non consono al ruolo che si riveste, è segno di grande debolezza e rivela l’incapacità di essere all’altezza del ruolo”. “Manifestiamo tutta la nostra solidarietà al consigliere Arena, democraticamente eletto per svolgere la funzione di indirizzo e controllo all’ interno del consiglio comunale di Piazza Armerina. A lui peraltro riconosciamo statura morale e competenza. Invitiamo il sindaco a scusarsi con il consigliere Arena e a dimettersi se ritiene di non avere più la lucidità e la serenità per affrontare le sfide a cui il mandato lo sottopone”. Dunque, secondo il Pd, quanto successo è un fatto grave e un inspiegabile atto sfavorevole nei riguardi della democrazia. Il sindaco Cammarata ha chiesto scusa alla città per lo “spettacolo indecoroso” e per la sua reazione “colorita” in consiglio comunale, ma non al consigliere Arena, chiamando in causa il comportamento dell’opposizione che -secondo lui- “astutamente, utilizza modalità e azioni provocatorie”.