Si è svolto in questi giorni nella Masseria Bannata in territorio di Enna, ma nelle adiacenze di Piazza Armerina da cui dista quattro chilometri, il Convegno di presentazione dei risultati finali del progetto INNO.MALTO – Misura 16 , organizzato dall’Ente di Sviluppo Agricolo, dal CREA- Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, dal Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, dall’ Area 3-Coordinamento e gestione programmi agrobiodiversità e Cooperazione-Dipartimento regionale dell’Agricoltura- Assessorato dell’Agricoltura,dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, dall’ESA-SOPAT di Valguarnera e Innovation Broker, dal CREA-Cerealicoltura e Colture Industriali di Acireale (CT), dal Dipartimento SAAF dell’Università di Palermo, dall’azienda capofila del G.O. Malto Siculo, dal Crea-Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura di Roma, dall’Area 2- Programmazione-Dipartimento regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, dall’Unionbirrai, dall’Ispettorato Provinciale dell’agricoltura di Ragusa, dall’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Sicilia e Sardegna e dai responsabili scientifici del progetto INNO.MALTO- Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, con il patrocinio della Federazione degli Ordini dei Dottori agronomi e Dottori forestali della Sicilia.
Dopo i saluti istituzionali e relativa introduzione e presentazione dei risultati finali di che trattasi, interessanti le comunicazioni scientifiche al pubblico presente, ovvero: Valutazione delle caratteristiche agronomiche e qualitative di cultivar di orzo distico e di varietàda conservazione di frumento coltivate in Sicilia per la maltazione; Lieviti non Saccharomyces, nuove potenzialità per la produzione di birra siciliana; La birra artigianale, indagine di un’apprezzata bevanda sostenibile; Valutazione qualitativa dei malti ottenuti da frumenti autoctoni e da orzi distici coltivati in Sicilia. Di poi, previo interventi e discussioni, le conclusioni dell’equipe sulla progettualità de qua. Infine, è seguita una degustazione guidata con delle birre realizzate nell’ambito del progetto INNO.MALTO in abbinamento ai prodotti identitari del territorio.Invero, per le sue peculiarità la Masseria, di pertinenza della dinamica e affascinante Nietta Bruno, nell’aprile del 2019, ha ottenuto dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo la classificazione di cinque girasoli, corrispondenti alle cinque stelle delle strutture alberghiere.D’altra parte la Masseria Bannata, dall’arabo “terra baciata dal sole”, sita in territorio di Enna nell’omonima contrada, dice con orgoglio la Bruno, era il latifondo più periferico della nobile famiglia Ardoino, discendente da Carlo Magno, giunta in Sicilia nel 1040 e insediatasi quattro secoli dopo, nel 1472 nell’antica Castrogiovanni, oggi Enna. Le prime tracce dell’attività agricolo-pastorale gestita dagli Ardoino si rinvengono nell’ovile quattrocentesco costruito lungo il costone roccioso che delimita la proprietà. Intorno al 1740 viene costruita la “mannera” un insieme di ovili comunicanti, tuttora esistente raro esempio di archeologia rurale. Qualche anno dopo vennero costruiti i magazzini, la stalla, la scuderia e la cantina e le cantine e, in seguito la casa padronale. E qui dopo l’orgoglio del passato lontano, pensando al presente passato, la Nietta, quasi in un silenzio religioso, afferma: “Pensavo alla mia terra. Ne sentivo un debole richiamo, mentre percorrevo le strade di un’esperienza nel mondo della burocrazia e, in seguito, di un’attività di consulenza per enti pubblici e imprese. In realtà, inconsapevolmente, costruivo le basi esperenziali del mio futuro di contadina. Infatti, a quella terra martoriata da incendi e crolli sarei tornata dopo alcuni anni con una passione corredata dal necessario bagaglio di esperienza amministrativa e di formazione giuridica”