Dal Re 500 lire per l'erezione di un monumento in Aidone
Anniversario della morte di Filippo Cordova, ministro del Regno d’Italia
In molte città, tra cui Caltagirone, Caltanissetta, Aidone, Palermo, Siracusa e Catania, nonché Roma, Firenze e tante altre città siciliane e non, strade, giardini e istituzioni pubbliche sono stati dedicati a Filippo Cordova, in altre la sua memoria è stata eternata con riusciti mezzobusti come quello del Pincio di Roma. In occasione del 158° anniversario della sua morte “un topo” di biblioteca fiorentino, figlio di aidonesi, avendo letto l’articolo, a firma del giornalista Walter Guttadauria, sul quotidiano La Sicilia, tramite un documento del tempo ne vuole ricordare la figura umana e politica.
Il documento afferma “S.M. il Re per Filippo Cordova” con la scritta “S. M. il Re, ispirandosi a quell’alto e delicato senso di patriottismo, che è stato sempre nobile e gelosa tradizione di Casa Savoia, ha voluto rendere più solenni le onoranze da tributarsi al nostro Grande Concittadino, concorrendovi anch’Egli con l’offerta di L. 500, che ha fatto tenere a questo Sindaco, a mezzo del Ministro della Real Casa, con la lettera seguente”. “Ill.mo Sig. Sindaco del Comune di Aidone. Sua Maestà il Re, memore dei servizi resi da Filippo Cordova alla Dinastia e alla Patria, ha dimostrato il suo compiacimento per il proposito di onorarne il nome con l’erezione di un monumento in Aidone, sua terra natale. L’Agusto Sovrano, associandosi di buon grado ai promotori della nobile iniziativa, ha voluto contribuire all’attuazione di essa con una offerta di Lire Cinquecento la quale somma io mi pregio rimettere con la presente alla S. V. Nel pregarla di volere, per semplice regolarità contabile, restituirmi firmato l’unito modulo di quietanza, Le porgo, Sig. Sindaco, gli atti della mia distinta stima. Il Ministro Mattioli”.
Filippo Cordova, nacque in Aidone il 1° maggio 1811 e diede prova della sua precoce e brillante intelligenza scrivendo, a soli 13 anni, un sonetto per l’Accademia di San Lorenzo e addottorandosi in Giurisprudenza a 17 anni. Morì a Firenze il 16 settembre 1868, a soli 57 anni, tra lo stupore degli italiani e lo sgomento degli aidonesi. Cavour lo definì “il più importante uomo dell’Italia meridionale”. Scriveva il Ranfaldi nel 1908: “ll 10 marzo del 1868, non sdegnò la presidenza della Commissione d’inchiesta sul “corso forzoso” ben sapendo quale e quando putridume vi si nascondesse sotto, e senza dissimularsi quale altro cumolo di odio, dei vampiri d’Italia, avrebbe attirato sul suo capo. Ma egli era sicuro di sé, della sua forza della sua immacolata onestà, e volle anche stavolta affrontare la lotta immane… Ma egli seppe tener testa a tutti, ridendosi della meschina e prezzolata gazzarra, finché la morte non lo colse”.
Filippo Cordova, nacque in Aidone il 1° maggio 1811 e diede prova della sua precoce e brillante intelligenza scrivendo, a soli 13 anni, un sonetto per l’Accademia di San Lorenzo e addottorandosi in Giurisprudenza a 17 anni. Morì a Firenze il 16 settembre 1868, a soli 57 anni, tra lo stupore degli italiani e lo sgomento degli aidonesi. Cavour lo definì “il più importante uomo dell’Italia meridionale”. Scriveva il Ranfaldi nel 1908: “ll 10 marzo del 1868, non sdegnò la presidenza della Commissione d’inchiesta sul “corso forzoso” ben sapendo quale e quando putridume vi si nascondesse sotto, e senza dissimularsi quale altro cumolo di odio, dei vampiri d’Italia, avrebbe attirato sul suo capo. Ma egli era sicuro di sé, della sua forza della sua immacolata onestà, e volle anche stavolta affrontare la lotta immane… Ma egli seppe tener testa a tutti, ridendosi della meschina e prezzolata gazzarra, finché la morte non lo colse”.