Celebrata dal vescovo mons. Rosario Gisana, attorniato dalla maggior parte del clero ennese, dai tre diaconi della forania e da numerosi sacerdoti provenienti da ogni parte della diocesi di Piazza Armerina, ha avuto luogo nel pomeriggio di venerdì 11 ottobre la consacrazione solenne della nuova chiesa di Santa Lucia. La chiesa e il complesso parrocchiale sono stati realizzati, grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana con i proventi dell’8X1000. Presenti, inoltre, le autorità civili e militari della città. Ad accogliere il vescovo il parroco don Mario Saddemi che ha voluto sottolineare come la parrocchia ha peregrinato senza una chiesa vera e propria ma in locali che l’hanno improvvisata, per 40 anni, in diverse zone di Enna bassa.
Ma ciò non ha affatto dissuaso I parrocchiani a coltivare l’osservanza e lo studio della Parola di Dio ma soprattutto, e questo è un dato di fatto, si sono contraddistinti per aver fatto dell’inclusione e l’accoglienza, le proprie bandiere , mettendo in pratica il Vangelo. Va sottolineato, anche, che in questi anni, ha collaborato il parroco, il diacono Mimmo Cardaci. “ Se il Signore non costruisce la casa, vana è la fatica dell’uomo. Noi tutti siamo pietre vive, ha detto il parroco. E ha concluso evidenziando come anziché farsi gli auguri per la nuova chiesa, sia opportuno dire: “Benedetto è il Signore e rispondere: “Rendiamo grazie a Dio”. Ha voluto, così, sancire, come il merito della nuova chiesa non sia degli uomini ma di Dio. Forti le parole del parroco di San Bartolomeo, Sebastiano Rossignolo, nella qualità di direttore diocesano dell’edilizia di culto che ha citato una battuta di Pio da Pietrelcina: “Le pietre dell’eterno edificio si forgiano con ripetuti colpi del salutare scalpello e l’Artista Divino vuole preparare la pietra per costruire l’edificio eterno, e così è per la Chiesa”. Poi ha posto l’accento sulla porzione ennese della Chiesa di Piazza Armerina , riferendosi alla chiesa di Santa Lucia, “che per anni sei stata itinerante, oggi hai una casa, dovuta anche alla caparbietà del suo parroco. Ringraziamo , ha proseguito, chi ha collaborato alla sua edificazione, in un tempo in cui vediamo afflitta e umiliata la nostra Madre Chiesa e attaccata da chi non vede l’ora di sbarazzarsi di Essa”. Sobrio nell’omelia il vescovo che ha imperniato, come suo solito, la stessa, sull’importanza dell’ascolto e della messa in pratica della Parola di Dio ma non ha trascurato, ovviamente, l’importanza dell’evento: “La nostra vita cristiana dipende dall’ascolto della Parola. Abbiamo percorso insieme la strada per ultimare questa chiesa. La chiesa è una casa in cui impariamo a fare amicizia fra noi perché noi siamo riflesso del nostro fratello maggiore, Gesù che è nostro amico. È colui che ci vuole annoverare fra I suoi amici a condizione che ognuno di noi si sottoponga ad una disciplina, ovvero giunga alla decisione di rigettare tutto ciò che genera malizia e ipocrisia”. E ha proseguito affermando che è importante anelare a Dio “come un bambino che brama latte spirituale, come una cerva anela ai corsi d’acqua così l’anima mia anela a te” Monsignor Gisana ha spiegato che all’Interno dell’edificio spirituale si impara a credere in Gesù. “È un luogo in cui ci purifichiamo dalle ambiguità nei confronti di Gesù. Qui si impara e si imita la scelta di campo di Gesù nei confronti dei poveri, degli ammalati e dei peccatori, la sua proposta forte, audace e rigorosa. “ In questo luogo noi impariamo il suo vero profilo di verbo incarnato. Noi di Gesù ci facciamo tante opinioni ma non è la nostra opinione quella che vale che è al di là delle opinioni ecclesiali la sua verità è una verità crocifissa e qui si impara a seguire questo Gesù e non altri”. Dopo l’omelia il suggestivo rito della dedicazione e consacrazione della Chiesa: la professione di fede, la litania dei Santi, la deposizione delle reliquie di alcuni Santi (Santa Lucia, il beato Pino Puglisi, il beato Carlo Acutis) sull’altare; quindi la preghiera di dedicazione e consacrazione, con l’unzione con il Sacro Crisma dell’altare e dlle croci poste sulle pareti della chiesa. E po l’illuminazione della chiesa con la vestizione dell’altare e l’accensione delle candele davanti alle 4 croci poste sulle pareti. Un rito suggestivo e solenne compiuto dal Vescovo. Don Mario ha unto le croci, mentre il diacono Mimmo Cardai ha acceso le candele poste dinanzi ad esse. E così la parrocchia Santa Lucia in Enna bassa, corona finalmente un sogno, quello di avere una chiesa stabile.