Oltre il pregiudizio e l’invisibilità
Le nuove Linee Guida dell’Ordo Viduarum in Italia
Sabato 2 novembre, Commemorazione dei fedeli defunti, sono state approvate all’unanimità le nuove Linee Guida per gli Ordo Viduarum in Italia dall’Assemblea nazionale delle vedove consacrate che si è riunita a Sacrofano (a nord di Roma) dal primo a tre novembre scorso. Si tratta di un testo definitivo composto da 29 articoli che ha avuto un lungo periodo di gestazione, quasi 5 anni, e che segna una prima tappa importante verso il riconoscimento ufficiale da parte della Conferenza Episcopale Italiana che recepirà il testo per una prossima e definitiva conferma da parte della stessa Presidenza della CEI.
All’Assemblea Nazionale hanno partecipato circa 80 vedove di tutta Italia, sia consacrate che in formazione, le quali hanno detto il loro “sì” unanime al vescovo referente CEI per gli Ordo Viduarum, Mons. Francesco Cacucci, vescovo emerito di Bari-Bitronto, incaricato all’accompagnamento delle esperienze dei vari gruppi dell’O.Vid. diocesano. Mons. Cacucci presenterà alla Presidenza della CEI il testo definitivo, frutto di un intenso lavoro svolto in comunione con le 7 vedove del Collegamento nazionale, una specifica Commissione e con il teologo incaricato alla redazione attenta e scrupolosa degli articoli, il p. Agostino Montan, sacerdote della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo e professore di diritto canonico all’Università Lateranense. Anche S. E. Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale CEI, è voluto essere presente alla celebrazione conclusiva dell’Assemblea domenica 3 novembre. Erano presenti anche S. E. Mons. Guerino Di Tora, vescovo delegato per l’O.Vid. della Diocesi di Roma e alcuni delegati diocesani, tra cui don Salvatore Rindone, referente delle vedove in formazione nella nostra Diocesi.
Sono circa 400 le vedove consacrate e “in cammino” nelle 19 diocesi italiane che hanno istituito nel loro territorio, dal 1996 a oggi, l’Ordo Viduarum. Si tratta di una «forma di vita ecclesiale» che vanta un’antichissima tradizione apostolica e che, dopo il Concilio Vaticano II, è tornata a essere praticata nelle Chiese particolari con l’approvazione dei vescovi diocesani. Le Linee Guida, in attesa di definitiva approvazione da parte della CEI, specificano molto bene l’identità dell’Ordo Viduarum e spiegano il senso della loro presenza nelle chiese diocesane, oltre all’articolazione dei servizi di comunione in ambito interdiocesano e nazionale. Il proposito di castità perpetua, in virtù della grazia battesimale e della vocazione sponsale, l’intensa vita di preghiera, la scelta della carità e del servizio, il legame con il vescovo e la chiesa diocesana, l’appartenenza ad uno stesso Ordo, secondo il modello della Chiesa apostolica, sono all’origine della chiamata alla consacrazione di una vedova.
Con l’approvazione ad intra delle Linee Guida da parte dell’Assemblea nazionale, le vedove consacrate, sia giovani che anziane, chiedono alla Chiesa italiana di non essere più invisibili, di superare i pregiudizi che spesso accompagnano le donne che hanno perso i loro sposi e di essere riconosciute come presenza viva e vivificante nella vita della Chiesa, così come ben evidenzia il numero 60 del Documento finale del Sinodo dei Vescovi appena conclusosi in Vaticano, proprio in riferimento alla presenza della donne nella Chiesa: «Eppure, le donne continuano a trovare ostacoli nell’ottenere un riconoscimento più pieno dei loro carismi, della loro vocazione e del loro posto nei diversi ambiti della vita della Chiesa, a scapito del servizio alla comune missione. […] Alcuni snodi cruciali della storia della Chiesa confermano l’apporto essenziale di donne mosse dallo Spirito. Le donne costituiscono la maggioranza di coloro che frequentano le chiese e sono spesso le prime testimoni della fede nelle famiglie. Sono attive nella vita delle piccole comunità cristiane e nelle Parrocchie; gestiscono scuole, ospedali e centri di accoglienza; sono a capo di iniziative di riconciliazione e di promozione della dignità umana e della giustizia sociale».