“ANDATE E INVITATE AL BANCHETTO TUTTI” (Mt 22,9)
A BARRAFRANCA, LA CELEBRAZIONE PER LA CHIUSURA DELL’OTTOBRE MISSIONARIO 2024
Si è svolta a Barrafranca, il 31 ottobre scorso, nella chiesa del Sacro Cuore, una celebrazione a chiusura dell’ottobre missionario 2024.
La mistagogia è stata introdotta attraverso simboli, in modo esperienziale e sapienziale, mettendo, così in condizione i fedeli di riconoscere nei segni liturgici la presenza viva di Cristo e della sua azione di salvezza che non conosce confini, allargando al mondo, cuori e sguardi e per invitare tutti a passare dal banchetto dell’accumulo, del consumismo e dell’individualismo a quello della condivisione, dell’essenzialità e della fraternità, perché al mondo non manchi il Vangelo e al Vangelo non manchi il mondo.
In posizione centrale e ben visibili all’assemblea, sono stati posizionati: un grande quadro raffigurante “L’Eucarestia degli esclusi” di Sieger Koder, un tavolo, una tovaglia, una bibbia, e una grossa forma di pane. Questi simboli hanno accompagnato la celebrazione liturgica strutturata in tre scenari:
Il rifiuto di chi ha già il “suo” banchetto. Durante questo primo scenario, attualizzato dopo la prima lettura e il salmo, con musica di sottofondo, è stata portata una tavola vuota per condurci a riflettere che mentre il mondo propone i vari “banchetti” del consumismo, del benessere egoistico, dell’accumulo, dell’individualismo, il Vangelo chiama tutti al banchetto divino dove regnano la gioia, la condivisione, la giustizia, la fraternità, nella comunione con Dio e con gli altri. Le sfide dell’oggi ci fanno capire che viviamo in un mondo dove i pochi che hanno ricchezze e potere li difendono con i denti, con i muri e con le armi, tenendo in ostaggio interi popoli, senza ascoltare le grida di Madre Terra oggi ancor più minacciata a livello ecologico. I poveri rimangono sempre più ai margini dell’economia e della finanza nelle periferie del mondo e i rifugiati scappano dalla “terza guerra mondiale a pezzi”. Tante situazioni di miseria, violazioni di diritti umani e cambiamenti climatici, invitano a sedersi al banchetto dell’Umanità per tornare a ricostruire insieme un nuovo mondo fondato sulla giustizia, pace e amore.
L’accoglienza dei “senza banchetto”. In questo secondo scenario, con musica sottofondo, è stata portata sulla tavola una tovaglia e una grossa forma di pane ed è stato imbandito il banchetto. Il senso di questo simbolo ci riporta a considerare che i discepoli-missionari di Cristo hanno sempre nel cuore la preoccupazione per tutte le persone di ogni condizione sociale e morale. La parabola del banchetto ci dice che, seguendo la raccomandazione del re, i servi radunarono «tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni» (Mt22,10). Inoltre, proprio «i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi» (Lc 14,21), vale a dire gli ultimi ed emarginati della società, sono gli invitati speciali del re. Così, rimane per sempre aperto a tutti, il banchetto nuziale preparato da Dio per il figlio, perché grande e incondizionato è il suo amore per ognuno di noi.
Nelle sfide dell’oggi, chi rappresenta la vera speranza del cambiamento e chi raccoglie davvero l’invito al banchetto dell’umanità, sono gli ultimi della Terra. I fratelli e sorelle migranti che dopo aver attraversato il Mediterraneo rischiando la vita sono sfruttati nei campi di Rosarno dove lavorano per aiutare le famiglie nel paese d’origine, i piccoli lavoratori schiavi nelle miniere di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo che cercano di aiutare le famiglie a sopravvivere, le giovani ragazze vittime di tratta nelle “Connection House” di Castel Volturno che provano a ripagare il debito e a liberarsi dalla schiavitù. Sono loro i disponibili alla Buona Notizia per sedersi ad un “altro” banchetto che ci salva dalle nostre chiusure, egoismi e passioni tristi.
“Il banchetto derubato”. Nel terzo scenario, con musica sottofondo, il pane viene spezzato e una parte portata via dal luogo della celebrazione. Come agli albori del cristianesimo, questo momento chiama tutti i battezzati ad avviare un nuovo movimento missionario e ad andare nel mondo, ognuno secondo il proprio stato di vita. Le sfide dell’oggi evidenziano come alcuni si camuffano da convitati senza l’abito delle nozze, ma in sostanza si rifiutano di condividere il nuovo banchetto, entrando solo per rubare ma in realtà rimanendo fuori, come i sistemi delle criminalità organizzate che entrano fino al cuore delle istituzioni, della politica e dell’economia per corromperne visione e direzione. Come anche i summit internazionali rivestiti di patti per la crescita, accordi di pace, vertici per lo sviluppo, ma che nascondono solo la sete di profitto di élite della finanza, dell’esercito, dei poteri forti a spese dei piccoli.
Durante questo momento di preghiera presieduto da padre Moise, direttore dell’ufficio diocesano per la cooperazione missionaria tra le chiese, è stato conferito, in modo simbolico, un mandato ai missionari in partenza e sono stati accolti i missionari rientrati. In quanto battezzati in Cristo, ciascuno è a servizio della chiesa universale per portare il lieto annuncio ai bisognosi. Siamo, pertanto tutti in partenza e in arrivo. Questo momento è stato accompagnato dal gesto della consegna del Vangelo e della croce posti davanti all’altare. Di seguito è stata detta una preghiera per i nuovi operatori pastorali non italiani arrivati nella nostra Diocesi. La loro presenza e la nostra accoglienza siano segno profetico della comunione che vivifica la Chiesa universale. Dopo la comunione, il celebrante ha spezzato l’enorme pane invitando i partecipanti ad avvicinarsi al tavolo per prendere e mangiarne un pezzetto. Insieme al pane spezzato è stata distribuita a tutti i presenti l’immaginetta dell’Eucarestia degli esclusi, con la preghiera dell’ottobre missionario 2024 che tutti hanno letto. Un momento di adorazione ha concluso la celebrazione.