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La Lectio Divina. 2_Ispirazione della Parola di Dio e ispirazione della Lectio Divina.

Successivamente alla scelta di un tempo e di uno spazio dedicato alla Lectio Divina, che è appunto la comunità e la comunione, è fondamentale ritagliare per sè e per l’Altro tutta la vita che c’è: pensieri, sensazioni fisiche ed emotive, flash di ricordi di cose da fare che arrivano improvvise e – chissà per perchè? – proprio quando ci si ferma e ci si concede del tempo. Il ritaglio delimita, costruisce un perimetro ideale, che però con il passare degli attimi diventa reale e ricompone nel corpo i confini fisici di una figura pronta a dialogare.

La prima forma di dialogo è l’ascolto e ad esso ci si allena interagendo con la presenza più costante che abita il vivere: lo Spirito. Nel rapporto continuo con Lui, all’interno della quotidianità, così come nei momenti solenni di raccoglimento liturgico, si rafforza quella bellissima necessità che accompagna ognuno: stare al mondo. È il mondo, infatti, il perimetro concreto, lo spazio più evidente a cui si è tutti abituati: quello che s’impone e che non lascia spazio ad altro e ad altri. Ingombrante ed invadente, il mondo intrattiene non solo fisicamente ma anche (e soprattutto) nella mente e nell’anima, poiché con logiche stringenti detta modi di pensare che diventano modi di dire e di fare che spesso hanno come obbiettivo il contrario della comunione: l’isolamento. Il rapporto, invece, con lo Spirito apre ad un dettato diverso che aiuta a vivere lo stesso rapporto con il mondo in modo diverso, poiché l’obbiettivo che si pone è la relazione, la comunione appunto.

Invocare lo Spirito include, senza isolare e fagocitare; colloca ognuno dentro tutto lo spazio e tutto il tempo della vita, senza privazioni o recisioni, ma con disciplina e adagio. Se è vero, infatti, che il frutto dello Spirito è «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22), invocarne la presenza aiuta a dare il frutto, lasciandolo maturale nell’arco di tutto il tempo della Lectio Divina, come durante la stagione ideale un albero con i suoi rami e fiori. La lettura orante della Parola di Dio asseconda la presenza del divino nella storia ritrovando in essa il motivo della storia stessa; la richiesta rivolta a Dio Spirito Santo è desiderio della sua presenza durante la Lectio come partenza per una lettura orante di tutta la quotidianità dell’esistenza.

Lo sguardo, con gli occhi gradualmente attenti all’insieme e al “noi” che nasce dal segno di Croce e dell’invocazione dello Spirito, si concede al movimento interiore con cui Dio Spirito anima gli attimi della relazione con la Parola di Dio: il testo biblico di un libro aperto all’intelligenza delle Scritture (cfr. Lc 24,45) è anticipazione del libro della vita in continua redazione da parte di ognuno e da parte dello Spirito stesso, assieme ad ognuno. L’ispirazione divina che un tempo mise sé stessa nella mente e nelle mani di ogni singolo scrittore di ciascuno dei 73 libri della Bibbia radica la persona del lettore all’identità sacra della pagina, per poi riflettersi nella sacralità del proprio quotidiano. È l’iniziale accordo, il patto con cui ci si muove e commuove di quanto Dio ha operato e può nuovamente operare, poiché ciò che è accaduto un tempo può accadere di nuovo. Il movimento sopra le acque del caos che lo Spirito di Dio compiva prima della creazione di ogni cosa  (Gen 1,2) si ripresenta tra le pieghe della storia della salvezza narrata così come, soprattutto, nell’indice dei giorni nella vita del lettore, magari vissuti senza badare più di tanto alla sua presenza. Stupore e meraviglia, dunque, per la compagnia del Padre, del Verbo e dello Spirito lasciano il posto all’attenzione verso le parole, verso il suono di ognuna di esse, frutto dello Spirito soffiato senza fretta, bensì con esperienza e determinazione: maestrìa e umiltà, arte e piccolezza, perfezione e nascondimento si ritrovano. E la lettura con gli occhi dell’uomo si prepara ad essere lettura con lo sguardo di Dio, Lectio Divina di meraviglie operate ma non ancora conosciute.

L’inizio della Lectio riporta il cuore al senso dell’origine di ogni cosa, per cui inizio e origine si ritrovano e quella connessione di senso tanto desiderata dall’anima dell’uomo di oggi rimette in circolo l’amore, fissando il centro della comunione e della comunità nella Parola: la vita, la via e la verità. L’Altro e l’altro.



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