31 Ottobre 2024

La Lectio Divina. 5_Meditatio: scegliendo la Parola

di don Salvatore Chiolo

La lettura orante della Parola ha passato in rassegna diversi brani e gli occhi cominciano a vedere sempre più e meglio, ma anche a stancarsi un poco. È parso opportuno, perciò, inserire in questo momento preciso un attimo di distensione a cui consegnare lo sguardo, l’attenzione e i punti più belli messi a fuoco finora attraverso aperture intraviste come scorci e raggiunte come radure di sosta. Considerato un vero e proprio camminamento interiore, il dinamismo della Parola si propone sotto una forma diversa, più lenta ma non per questo statica o, peggio, pigra. La Meditatio è una raccolta di tutte le parole, le frasi, le immagini ed i personaggi dentro un solo itinerario e verso una medesima e sola direzione: la via spirituale, il sentiero che porta dalla mente all’anima. Alcune domande possono aiutare certamente, ma per evitare dispersioni una di esse è la più importante: cosa dice la Parola a proposito di Dio? Cioè, a partire dal testo principale e arrivando all’ultimo brano scrutato, cosa suggerisce riguardo a Dio la lettura fatta finora?

Si tratta di lasciar veramente spazio alla narrazione che la Parola fa di sé stessa, quindi di Dio e del suo mistero. Perché la sua realtà è aperta ma non per questo transitabile; è accogliente ma non per questo trascurabile. «Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!», sono le parole del Signore a Mosè (Es 3,5): parole che sottolineano che si è fatto spazio a Dio fin dall’inizio, scegliendo un tempo tutto dedicato alla Parola, ma che simultaneamente inducono a ritenere che qualcosa sia cambiato rispetto all’inizio. Se, infatti, il tempo e il luogo dedicato alla Parola con il segno della Croce e l’invocazione allo Spirito ha introdotto noi e il Signore, adesso quell’incontro è maturato in un sola presenza, quella del Signore. Una presenza che contiene, raccoglie senza disperdere, ricuce e porta in unità il più possibile. In questo modo, «santo» è il luogo costruito, edificato e consacrato insieme e Meditatio vuol dire esserne sempre più e sempre meglio consapevoli e partecipi.

La Parola, Dio, il Santo è capace di raccontarsi solamente nel momento in cui si è centrati su Lui, spostando il baricentro dal sé e dall’ego che invade e ingombra fino a togliere il respiro, per avvitarsi sullo Spirito della creazione continua, il Soffio più vitale che esista. La narrazione  comprende, intuisce e conosce senza aggiungere niente di nuovo riguardo alla sua presenza e suggerendo la resa completa. La santità, che è conseguenza di allontanamento graduale, di separazione in vista di un’unione diversa con Lui – piuttosto che soltanto con sé stessi – si rende evidente attraverso quella che è ormai diventata l’unica presenza, quella della Parola con l’anima: due diversi modi di pensare, di esistere apparentemente, eppure nati e destinati l’una all’altra e viceversa. «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo», ammette Giacobbe svegliatosi dal sonno (Gn 28,16); un sonno dentro il quale la realtà si mostra come una piazza senza di Lui, un via vai di gente senza il Suo passaggio. Al contrario, invece, aprendo gli occhi, ci si rende conto della sagoma esatta della Sua persona sempre presente. Vuol dire sperimentare un equilibrio nuovo nella liberazione dall’asse considerato necessario e fondamentale per la propria vita che, come il mantello per il cieco di Gerico, tiene però schiacciati sotto una condizione che fa perdere il gusto di vivere (Mc 10,50).

Un modo di vedere, di organizzare e gestire la propria vita e quella degli altri senza ammettere obiezioni o ripensamenti, che intrappola, priva e deprime: un’opzione esistenziale che aspira a diventare unica e sola, tiranneggiando fino a soffocare del tutto ogni espressione della propria libertà. Questo è dormire. Mentre aprire gli occhi, preparando il volo e il distacco da quanto inchioda alla realtà fino ad ingabbiare, vedendo con tutto lo sguardo e leggendo attraverso di esso la bontà della totale Sua Presenza. Questo è svegliarsi.

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