28 Novembre 2024

L’omaggio del Presidente Mattarella a Prospero Intorcetta durante la sua visita ad Hangzogu

di Concetta Santagati

Parole di amicizia e di fratellanza tra i popoli quelle espresse dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della sua recente visita ad Hangzogu in Cina davanti al busto scultoreo di Prospero Intorcetta(1625-1696), il gesuita di Piazza Armerina che fu missionario in Cina (il primo a tradurre in latino le opere di Confucio, e che tanto si prodigò per promuovere l’affermazione dei principi di una cultura aperta e di dialogo tra popoli, nazioni e civiltà diverse). Un omaggio significativo quello del Capo dello Stato che emoziona la comunità piazzese e anche lo scultore mazzarinese Angelo Salemi autore tra l’altro del busto, realizzato nel 2016 e di cui una copia identica è conservata anche a Piazza Armerina. La figura di Prospero Intorcetta insieme a quella del suo predecessore, il grande maestro Matteo Ricci, costituisce una testimonianza di autentico dialogo tra popoli differenti che sono legati non solo da rapporti commerciali ma soprattutto amicali. “E’ stato bello assistere nelle varie tv – dichiara lo scultore Salemi – all’omaggio del Presidente della Repubblica al Gesuita missionario e ambasciatore Prospero Intorcetta. Non posso nascondere l’emozione dell’alto significato che questa visita suggerisce per una mia opera, un significato di fratellanza e di pace, in un periodo storico particolare, che si aggrappa a modelli del passato come lo erano Ricci e Intorcetta. Forte l’impegno in questo senso del dott. Giuseppe Portogallo che attraverso la Fondazione Prospero Intorcetta si fa promotore di una grande eredità di cultura e di un dialogo costante in nome di un ideale: l’amicizia che collega l’Oriente all’Occidente e quindi al Mediterraneo e la Sicilia”. Il busto di Intorcetta, commissionato all’artista dalla Fondazione omonima, è in pietra arenaria di Aidone e sulla parte frontale a sinistra in basso riporta con tecnica del basso rilievo uno scorcio della “cattedrale di Piazza Armerina”, mentre a destra in basso la “pagoda con il lago” di Hangzhou, città dove il missionario ha operato dal 1657 al 1696 e dove è morto e sepolto. La mano dell’artista, ispirata ad un dipinto custodito a Palermo, ha fatto emergere dalla pietra quello sguardo fiero del missionario dalla folta barba che tiene in mano un ventaglio con incisi ideogrammi cinesi ed indossa un copricapo all’uso dei letterati cinesi del tempo.

Foto: il busto realizzato dall’artista Salemi

 

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