Volevamo dedicare il consueto articolo per il nostro settimanale al “ponte dei sospiri”: così è stato ribattezzato, in un video, l’incompiuto cavalcavia, lungo 207 metri, sulla Sp 22 Agira-Gagliano Castelferrato. E’ una delle tante opere stradali della nostra provincia, iniziate dieci anni fa e poi sospese, il cui costo iniziale doveva essere di 3 milioni e mezzo di euro, ma che oggi invece, passando da un contenzioso all’altro, ha raggiunto oltre 6 milioni. La gara d’appalto era stata espletata nel 2006. I lavori, iniziati nel 2008, non sono mai arrivati a compimento, costringendo i malcapitati automobilisti della parte nord della provincia a percorrere un tracciato stradale fortemente deformato e pericolante, mentre i mezzi pesanti, compresi gli autobus di linea, a percorrere una strada alternativa, la Sp 18 Agira-Nicosia, allungando il percorso di oltre 20 chilometri per collegare i comuni di Gagliano, Cerami e Troina con l’autostrada Palermo-Catania. Poi però, recandoci presso la sede della Cisl per saperne di più sulla problematica ponte, in quanto si era fatta promotrice di una tavola rotonda con i sindaci del territorio, nelle vicinanze abbiamo incrociato due signore con delle buste piene di vestiti che uscivano da un posto dove gli abiti, le scarpe e gli accessori, non hanno un prezzo. Come non hanno un prezzo neanche pasta, latte, omogenizzati e tanti altri alimenti di prima necessità. Per cui, all’improvviso, un pensiero ci brilla come un lampo e di punto in bianco decidiamo di fare esplodere la vita. Pazienza, il “papocchione” sul “ponte dei sogni” lo scriviamo un’altra volta. Quel posto è un luogo del cuore, nel quale un gruppo di angeli fanno miracoli umani e sovvertono le stagioni facendo scappare i nuvoloni della vita. Entriamo in quelle che si possono definire la “boutique” e la “bottega” de “La Tenda”, associazione legata alla Caritas diocesana diretta da Federico Emma, destinate a chi non ha i mezzi per fare shopping “tradizionale” con bancomat e moneta sonante, ma può pagare con un grazie e un sorriso. Hanno ragione Mario Savoca e le volontarie che giornalmente aprono le porte de La Tenda: “la cosa più bella da indossare è la ricchezza del cuore”. Fuori dalle porte c’è una Enna ferita molto più profondamente di quanto le statistiche ufficiali possano indicare. C’è la povertà di tante famiglie romene e marocchine, ma c’è anche quella povertà invisibile che riguarda tanti ennesi, “molti dei quali –dice Mario Savoca- oggi si mimetizzano perché hanno vergogna”, perché in una società in cui vali solo se hai un posto fisso, se lavori saltuariamente e non guadagni abbastanza ti senti umiliato. E non è un caso che gli angeli de La Tenda abbiano abolito non solo il denaro, perché da loro si fa shopping senza portafoglio ma con il cuore, ma anche l’umiliazione per chi non ha il coraggio di oltrepassare quella soglia. “Carico la macchina e ad alcuni padri di famiglie in difficoltà –ci confessa Mario Savoca- dò telefonicamente appuntamento all’esterno per consegnare viveri e quant’altro”. La povertà oggi è un soffio che passa sotto le porte delle case, dagli infissi delle finestre, basta la perdita del lavoro, un debito, un accidenti della vita, una bolletta, una malattia. Ci sono padri senza lavoro che si arrangiano come possono e si rivolgono a La Tenda pur di garantire ai figli un pasto. E’ il caso di un giovane ennese, padre di tre bambini, che vede Savoca in nostra compagnia e si avvicina, ma che forse intimidito dalla nostra presenza non ha il coraggio di chiedere e timidamente farfuglia: “sono passato solo per salutare” e va via. Per quanto riguarda la “boutique” de La Tenda possiamo dire che è un negozio dove, grazie ai 7 angeli che la gestiscono, tutto è lindo, selezionato, la merce è esposta con grazia, con eleganza, suddivisa in taglie, settori. “Non è quel luogo –tiene a precisare Savoca- dove lasciare la roba vecchia invece di buttarla”. C’è l’abito grazioso che una signora indosserà per uscire col marito, pantaloni magliette e felpe che un disoccupato indosserà con dignità alla ricerca di un lavoro, il giubbotto che accompagnerà per tutto l’inverno un bimbo a scuola, ma anche scarpe e perfino piatti e bicchieri. Raccontiamo dei volontari de La Tenda, ma come loro ce ne sono tantissimi a Enna. Sono angeli in carne ed ossa che hanno inventato una nuova moneta, quella del cuore. O quella preziosissima moneta che si chiama “tempo”. Non sempre inoltre serve un vestito o il latte e gli omogenizzati per i bambini. Ad esempio c’è la bolletta della luce o dell’acqua sospesa, l’affitto e di questo se ne occupano i tre diaconi ennesi. Insomma, a Enna vi sono angeli che fanno migliaia di piccoli miracoli umani e s’inventano i colori là dove non ci sono, fanno scappare vie le nubi della povertà.
26 Novembre 2018
Dove lo ‘shopping’ non ha prezzo
di Giacomo Lisacchi